Riorganizzazione delle Usca, Costa: “Si tratta di ottimizzazione”
Gli allarmi lanciati nelle ultime ore su un cosiddetto “smantellamento” del sistema delle Usca sono del tutto infondati. Accentrare le squadre di medici alla Fiera del Mediterraneo è un provvedimento necessario per gestire al meglio la pandemia. Immaginare che la si possa affrontare passivamente, limitandosi a leggere i bollettini dei contagiati, è lontano dalla realtà. Il virus va cercato; non bisogna seguirlo, ma prevenirlo. È quello che abbiamo fatto in questi mesi, testando centinaia di migliaia di cittadini. È quello che ci ha permesso di proteggere decine di migliaia di persone, le loro famiglie, i loro amici, i loro colleghi.
Le Usca hanno fatto un lavoro straordinario a Palermo e provincia, curando molti pazienti a casa e facendo così risparmiare posti letto preziosi per gli ospedali e i malati più gravi.
Questo sistema andava bene quando i nuovi positivi in provincia erano centinaia al giorno e almeno 800 i pazienti assistiti quotidianamente a domicilio da squadre di medici che partivano dalla Fiera del Mediterraneo.
Ora che la situazione epidemiologica è diversa, con la quasi totalità dei Comuni a zero nuovi positivi e meno pazienti da curare a domicilio ma con il pericolo delle varianti e la necessità di un tracciamento massiccio, serve un cambio di passo. Trasferire le Usca alla Fiera del Mediterraneo non vuol dire abbandonare i territori: è esattamente il contrario.
Proprio perché all’hub ha sede la struttura che gestisce l’emergenza e proprio perché qui sono concentrate tutte le professionalità che la stanno affrontando, portare le Usca alla Fiera è la scelta più sensata nell’ottica non di un loro “smantellamento”, ma di una loro ottimizzazione. Si tratta di rimodulare la loro attività a seconda delle sfide poste dalla pandemia, per un utilizzo ancora più efficiente di queste risorse.
Nessun paziente resterà senza il suo medico: la continuità terapeutica è il presupposto di base della medicina di prossimità, che è il modello organizzativo cui ci ispiriamo. Nulla cambia neanche nel mio rapporto con i sindaci: hanno trovato in me un interlocutore sempre disponibile fin dal primo momento e continueranno a trovarlo.
Il trasferimento delle Usca alla Fiera non è il primo adeguamento delle modalità di gestione dell’emergenza e certamente non sarà l’ultimo. A fine agosto la vicina riapertura delle scuole imporrà strategie nuove: bisognerà ripensare nuovamente l’organizzazione delle Usca sul territorio, proprio perché la pandemia è in continua evoluzione.
Semmai, se il timore è davvero lo “smantellamento” delle Usca, deve preoccupare non il mio decreto di trasferimento ma il nuovo bando con cui l’Azienda sanitaria provinciale di Palermo vuole dimezzare il personale in servizio.
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