Report vaccini Sicilia, avanti piano, per garantire tutti i richiami

La campagna vaccinale in Sicilia procede, ma non ai ritmi dei primi giorni, ieri comunque sono state vaccinate 6.830 persone portando il totale dell’Isola a 93.051 di cui 48.063 donne e 44.988 uomini.

Dopo la notizia del rallentamento della fornitura dei vaccini da parte di Pfizer la Regione è corsa ai ripari, rallentando la somministrazione delle prime dosi per garantire a tutti il richiamo che è già iniziato.

Ieri l’assessore Ruggero Razza in conferenza stampa ha rassicurato: “Abbiamo dovuto quasi sospendere in alcune province la campagna vaccinale per garantire i richiami. Siamo partiti con un veloce sprint, poi abbiamo fatto magazzino per i richiami per prudenza

Un possibile rallentamento delle forniture rischia di modificare i piani. “Le notizie che arrivano dall’estero non sono confortanti. Per quel che riguarda la prima parte della vaccinazione noi siamo in ordine”, ha spiegato ieri Musumeci.

Pfizer e BioNTech ieri in giornata hanno però rassicurato l’Europa precisando che le nuove forniture del loro vaccino anti-Covid tarderanno solo di una settimana. Il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri, ha chiesto subito il rispetto dei contratti, ma intanto l’Italia lunedì riceverà un carico con il 29% in meno delle 470 mila fiale pattuite, preceduto da un messaggio distensivo.

L’allarme al momento sembra rientrato ma, se il 25 gennaio il programma di consegne non riprenderà regolarmente, la campagna vaccinale in Italia rischia di incepparsi prima della fase dedicata agli ultraottantenni.

Le regioni con la percentuale maggiore di somministrazioni rispetto alla dotazione sono Campania con oltre il 97%, Emilia Romagna 85,1% e Veneto 83,5%, ultima la Calabria con il 45,9%: la Sicilia supera di poco il 71%.

Sempre ieri in conferenza stampa Razza ha precisato: “L’auspicio è che in tempi rapidi l’Ema voglia liberare altri vaccini, perché è assurdo che ce ne siano altri che possano essere utilizzati in altri Paesi anche dell’Occidente, ma che in Europa non vengano ancora consentiti”.

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