Regione: Cdr, ”L’ufficio stampa e’ produttivo”
”Con riferimento alle notizie riportate oggi da diversi organi di informazione in merito alla produttivita’ dell’ufficio stampa della Regione siciliana, il comitato di redazione…
di redazione
Palermo, 22 nov – ”Con riferimento alle notizie riportate oggi da diversi organi di informazione in merito alla produttività dell’ufficio stampa della Regione siciliana, il comitato di redazione ritiene utile fare qualche precisazione”. E’ quanto si legge in una nota del cdr Ufficio stampa della Regione Siciliana.
”Il nostro ruolo – spiega il comunicato – è quello di addetti stampa al servizio della Presidenza e della Regione nel suo complesso, e cioè dei dodici assessorati, dei 28 dipartimenti, compresi organismi di pronto intervento quali il Corpo forestale, la Protezione civile e l’Arpa. Non siamo, quindi, portavoce. Non siamo neppure dipendenti pubblici perche’ ci viene applicato interamente, per legge, il Contratto di lavoro (di diritto privato) dei giornalisti. Un ufficio, il nostro, operativo tutti i giorni dalle 7 alle 22, che negli ultimi 4 anni ha prodotto una media di quasi 4mila comunicati l’anno, organizzato 500 conferenze stampa, prodotto 52 edizioni settimanali e oltre 15 numeri speciali del Tgweb, la Tv della Regione, fornito a circa 300 tra tv e radio locali e nazionali (anche Rai e Sky) supporti audio-video di 810 eventi, oltre alla realizzazione, completamente in house, della rassegna stampa quotidiana.Tutti dati, questi, in possesso del nostro editore. Non riteniamo, quindi, che l’ufficio composto da 21 giornalisti sia ”sovrabbondante”, sia per la produzione, ma anche perchè in linea, numericamente, con le altre regioni italiane e la sola Presidenza del Consiglio. E’ vero che in quasi 40 anni di vita dell’ufficio stampa non è mai stato fatto alcun concorso, ma la ratio della legge che ha allargato la pianta organica aveva una duplice finalità: la prima è quella di ”assorbire”, proprio come è avvenuto con il bacino dei precari alla Rai, servizio pubblico come la P.A. (e per il quale nessuno mai si è scandalizzato), tutti quei giornalisti che da diversi anni avevano svolto, in maniera precaria, le stesse funzioni all’interno della Regione; la seconda quella di procedere a una riorganizzazione complessiva dell’informazione e della comunicazione istituzionale con la soppressione dei 13 portavoce del governo”.