Regione, approvato ddl sull’acqua pubblica

PALERMO – Come previsto dalla legge regionale 2/2013 il governo regionale ha approvato un disegno di legge che definisce la nuova disciplina in materia di risorse idriche. Il ddl tiene conto degli esiti dei referendum popolari in materia e del mutato quadro normativo statale, riconoscendo l’acqua quale diritto fondamentale dell’uomo e bene pubblico primario. Viene istituita l’autorità di regolazione del servizio idrico integrato, presso il dipartimento del settore acque e rifiuti per lo svolgimento delle funzioni di programmazione, pianificazione, organizzazione, vigilanza e controllo sull’attività di gestione del servizio idrico integrato, nell’ambito unico regionale.

Il ddl in particolare prevede: la delimitazione dell’intero territorio regionale come ambito unico; l’istituzione dell’autorità del servizio idrico integrato presso il dipartimento acqua e rifiuti, con funzioni di programmazione, organizzazione, vigilanza e controllo; l’istituzione di sub ambiti, delineati sulla base dei bacini idrografici per i quali si procederà all’affidamento del servizio, nel rispetto della nuova normativa statale e comunitaria, fermo restando la possibilità per i comuni, in forma singola o associata, della gestione delle reti inerenti i servizi locali. L’autorità di regolazione dovrà provvedere a valutare la sussistenza di presupposti per l’eventuale revoca degli affidamenti esistenti.

Sulla base del principio della proprietà pubblica dell’acqua, verrà valutata la convenzione stipulata nell’anno 2004 dalla Regione Siciliana con Sicilia acque.

“Scadrà il prossimo 12 giugno il termine per la presentazione degli emendamenti al testo coordinato del ddl 125 sulla ripubblicizzazione del servizio idrico in Sicilia. Un testo che da tempo è all’esame del parlamento: quando conosceremo il contenuto della proposta di legge approvata oggi dalla Giunta di governo valuteremo se è compatibile con la volontà del popolo referendario”. Lo dice il parlamentare regionale Pd, Giovanni Panepinto.

“La legge regionale 2 del 2013 ha stabilito due principi fondamentali: l’approvazione entro sei mesi del riordino settore e l’obbligo alla ripubblicizzazione del servizio idrico. Immaginare percorsi diversi che ritardino la ripubblicizzazione – sottolinea Panepinto – o che stravolgano la volontà popolare espressa con il referendum che ha chiesto di restituire ai cittadini ed ai Comuni un bene prezioso qual è l’acqua, rischierebbe di allontanare sempre più il parlamento dalla società. Entro giugno – continua – deve essere approvata la legge sul servizio idrico, puntando a ridurre i costi anche delle forniture d’acqua. Occorre, inoltre, regolamentare il rapporto tra la Regione e ‘Sicilia Acque’ che ha ottenuto la concessione quarantennale del servizio, approvando – conclude Panepinto – la norma che prevede da parte dell’amministrazione regionale l’acquisizione della parte di quote societarie dei privati”.