Regionali, Cancelleri: “Tweet infelice, Parisi sarà assessore”

Non si placa la polemica scatenata dal tweet di Angelo Parisi contro il senatore del PD Ettore Rosato.

Il neo designato assessore all’Energia, qualora il Movimento Cinque Stelle vincesse le elezioni, è sotto accusa per aver lanciato un tweet contro Rosato. Tanti esponenti politici, Fabrizio Micari in primis, lo hanno definito un hater, un incitatore all’odio e alla violenza, attraverso l’uso dei social. Il candidato governatore del Pd ha lanciato un duro monito contro il M5S, invitando Cancelleri a prendere le distanze da Parisi e allontanarlo dalla scena politica.

Cancelleri: “Tweet infelice”

Da Cancelleri nessun passo indietro, ma una levata di scudi per difendere il suo assessore designato. Il numero uno del M5S in Sicilia, attraverso un videomessaggio sui social, ha minimizzato l’accaduto parlando di “tweet infelice”.  ”Parisi ha chiesto scusa ed è giusto chiedere scusa quando si sbaglia. Angelo è una persona che ha le competenze e il curriculum per fare quello che gli ho chiesto di fare: l’assessore all’energia, e lo farà. Ma è assurdo che proprio nel giorno in cui Berlusconi e Dell’Utri vengono nuovamente indagati per mafia i media nazionali e il Pd ci sbattano in prima pagina ovunque per un tweet. Mentre quando qui arrestavano i candidati di Musumeci e mentre sempre lui candidava i condannati, nessun media nazionale ne ha parlato diventando complice degli impresentabili che vi hanno rubato i soldi e hanno distrutto questa terra”.

Zanda: “Negare a Parisi ogni incarico pubblico”

Ma le parole del deputato grillino non bastano a calmare acqua. Da Palazzo Madama è il capogruppo del Pd, Luigi Zanda, ad intervenire sulla questione per condannare sia l’atteggiamento di Parisi, che quello di Cancelleri. “E’ stupefacente e vergognoso che Cancelleri abbia definito un tweet che minaccia di morte Ettore Rosato un semplice ‘tweet infelice’ e abbia addirittura dichiarato di voler confermare Parisi come assessore – dichiara Zanda -. Nessun partito o movimento di un Paese democratico si comporterebbe così. Per chi realmente crede nella democrazia, c’è una sola reazione possibile: condannare, allontanare e negare ogni tipo di incarico pubblico a chiunque usi toni squadristi e parole che incoraggiano all’uccisione dell’avversario”.