Ragusa, il presidente del consiglio comunale giovanni iacono interviene sul tema università

Comunicato n. 257

Nell’incontro dei giorni scorsi della conferenza dei Sindaci e della Consulta dei Presidenti dei Consigli Comunali, durante la discussione sui liberi consorzi, il Presidente del Con…

Comunicato n. 257

Nell’incontro dei giorni scorsi della conferenza dei Sindaci e della Consulta dei Presidenti dei Consigli Comunali, durante la discussione sui liberi consorzi, il Presidente del Consiglio Comunale di Ragusa ha introdotto il tema dell’Università come uno dei primi punti da affrontare da parte del libero consorzio che sostituisce la provincia regionale. Il presidente Iacono, a tal proposito, ritiene ‘che le proposte di modifica allo statuto, fatte dal Commissario dell’ ex Provincia regionale il giorno prima la soppressione della stessa, debbono essere decise non dall’organismo monocratico, peraltro formalmente scaduto, ma dai nuovi organismi previsti nel libero Consorzio. Questo è uno dei tanti esempi di confusione totale creata a seguito della soppressione della provincia. La provincia era rimasta l’unica socia, oltre al Comune di Ragusa, ad assumersi gli oneri finanziari per l’Università e purtroppo la stessa risulta anche inadempiente ed esposta finanziariamente nei confronti del Consorzio universitario in base agli impegni formali assunti. Aggiungo che la stessa legittimità dei Commissari attuali delle ex province regionali, dopo la pubblicazione della L.R. 8/2014, è estremamente dubbia. Ritengo che il Comune di Ragusa non debba discutere modifiche allo statuto del Consorzio Universitario attraverso l’iter procedurale attualmente seguito, ma le modifiche allo statuto debbono essere decise nell’assemblea dei soci e poi proposte nelle assemblee elettive, Comune di Ragusa e Assemblea del libero Consorzio. L’Università è un fattore strategico fondamentale che in questi anni è stato, colpevolmente e in buona parte, vanificato; bisogna fare di tutto per aumentarne la presenza e l’offerta didattica. Per quanto riguarda, poi, la componente dei soci, delle risorse economiche e del piano di rilancio, che parte anche dall’impostare nuove condizioni per lo sviluppo, bisogna invertire la rotta radicalmente e questo oggettivamente, e con tutto il rispetto per il ruolo, non può farlo un commissario di un ente soppresso’.

Ragusa 07/04/2014