Pulze alla Prima della Scala con il rapper Luchè
MILANO (ITALPRESS) – Pulze ha partecipato alla Prima della Scala con un icon d’eccezione: Luchè, il rapper partenopeo che nelle ultime settimane ha acceso i palchi del panorama musicale italiano.L’artista è arrivato all’inaugurazione del 7 dicembre indossando un capo della drop collection Not Your Usual di Giorgio Mallone per Pulze: una reinterpretazione urban e contemporanea di un classico della moda, lo smoking.Dopo il lancio durante la Fashion Week milanese, e la successiva partecipazione alla Festa del Cinema di Roma, il brand Pulze, nuovo dispositivo di Imperial Brands che scalda il tabacco senza bruciarlo, torna sotto i riflettori durante uno degli appuntamenti più attesi del lifestyle italiano insieme a Luchè, per condividere il proprio messaggio Not Your Usual: trasformare i codici del classico per scoprire nuovi orizzonti e vivere esperienze al di là dell’ordinario.Apprezzato per la sua originalità e il suo essere fuori dagli schemi, Luchè, nome d’arte di Luca Imprudente, è un rapper e produttore discografico cresciuto nel quartiere Marinella di Napoli, ai confini di Scampia. Ha iniziato la sua carriera musicale fondando i CòSang e, da quando ha intrapreso la strada da solista, ha regalato grandi successi come Torna da me e Non abbiamo età, oltre ad aver collaborato con importanti artisti come i Club Dogo, Marracash, Emis Killa e Sfera Ebbasta. Luchè ha appena terminato il live tour per la presentazione dell’album DVLA (Dove volano le aquile), 5 intensi concerti che da nord a sud hanno elettrizzato i migliori palazzetti dello sport italiani.“Siamo felici di portare il concetto di Not Your Usual alla Prima della Scala con Pulze – commenta Armando Frassinetti, Market Manager Italy di Imperial Brands -, un brand che vuole dare un nuovo significato all’esperienza di consumo con un dispositivo facile da usare, adatto a tutti i fumatori adulti che cercano un’alternativa al tabacco tradizionale. Un prodotto progettato per coloro che vogliono rompere gli schemi e che pensano che la complessità non dovrebbe essere lo standard ma, anzi, qualcosa da evitare”.
Foto Ogilvy per Pulze