Cronaca

Protesta in piazza a Palermo: le proposte dei ristoratori

“Come si può pensare di tenere in piedi le nostre aziende dopo un anno di provvedimenti restrittivi e senza i necessari sostegni economici e fiscali? Com’è possibile mantenere i livelli occupazionali senza alcuna certezza sul futuro?”.

Sono queste in estrema sintesi le domande degli imprenditori del settore ristorazione ed eventi – Fipe, Assocom, Associazione Wedding Planner e Silb locali da ballo – aderenti a Confcommercio Palermo, che hanno dato vita oggi a una simbolica manifestazione di protesta e di proposta alla quale hanno preso parte alcune centinaia di imprenditori e dipendenti delle aziende del settore.

Le associazioni hanno avanzato le loro proposte “correttive”, contenute peraltro in una lettera inviata al Governo nazionale e regionale, per riprendere l’attività lavorativa in un arco orario più ampio, con protocolli più rispondenti all’attuale situazione sanitaria e con gli opportuni ristori economici e fiscali.

In particolare si chiede che vengano valutati in modo differente i diversi profili di rischio all’interno del settore della ristorazione, consentendo a chi ha a disposizione spazi e sedute per la consumazione di cibi e bevande di aprire fino alle 18 durante il periodo della zona “arancione” e fino alle 22 in caso di “zona gialla”, ferma restando la possibilità di asporto e delivery.

Modifiche che, a livello nazionale, sono oggetto di una trattativa avviata tra Governo e associazioni di categoria con la condivisione degli esperti del Comitato tecnico scientifico ma che dovranno trovare concreta applicazione nel prossimo Dpcm.

Le associazioni chiedono anche un concreto sostegno, con adeguati rimborsi parametrati sulle reali perdite del fatturato, la detassazione per gli anni 2020 e 2021, l’accesso al credito bancario con la garanzia dello Stato e della Regione e tutele per le migliaia di dipendenti che rischiano il posto di lavoro.

“Saremo noi stessi, nel nostro interesse, a garantire il rigoroso rispetto dei protocolli sanitari all’interno dei locali – precisa Antonio Cottone, presidente di Fipe Confcommercio Palermo – come peraltro abbiamo fatto nei mesi in cui abbiamo potuto riaprire”.

“I costi fissi o gli affitti abbiamo dovuto pagarli regolarmente – aggiunge Maurizio Cosentino, presidente di Assocom – ma i fatturati sono crollati del 70% almeno. Insieme alla ripresa delle nostre attività non possiamo prescindere da adeguati ristori”.

“E’ necessario ripartire – sottolinea Michela Cannatella, presidente di AWPP -, si devono trovare soluzioni in grado di contemperare le esigenze sanitarie con quelle del mondo imprenditoriale. Senza una chiara programmazione rischiamo lo stop anche per il 2021”.

“Il nostro settore – dice Vincenzo Grasso, presidente del Silb Palermo – comprende con senso di responsabilità che ancora non è il momento della riapertura ma chiediamo un “salvagente” per le nostre aziende che sono chiuse ormai da un anno, se si eccettua una brevissima parentesi”.

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Redazione

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