Protesta al “Liceo Coreutico” Regina Margherita di Palermo: studenti bloccano la DaD

La gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, dal mese di marzo del 2020, ha portato a misure restrittive e di prevenzione per tutti gli studenti d’Italia, nello specifico gli alunni del Liceo Coreutico “Regina Margherita” di Palermo sono stati impossibilitati a svolgere le loro attività di indirizzo, quali lo studio della tecnica della danza classica e contemporanea e dei laboratori coreutici e coreografici.

Durante il primo lockdown le lezioni e tutti i tipi di attività in presenza sono stati sospesi e i maturandi dell’anno scolastico ‪2019-2020‬ hanno svolto gli esami di Stato soltanto con il colloquio orale, vedendosi eliminare la seconda prova che prevede l’esame pratico di tecnica della danza e laboratorio coreografico. L’anno scolastico in corso si è avviato in presenza, con misure restrittive che hanno visto le aule danza del “Regina Margherita” impraticabili a causa della mancanza dei protocolli di sicurezza.

Nel mese di ottobre tutte le attività sono state trasferite su piattaforme digitali, con l’adozione della DaD. Con la Nota dell’USR Sicilia nr. 29685 del 10 novembre 2020 viene garantita per gli Istituti di istruzione secondaria di secondo grado, i cui piani e quadri orari prevedono attività laboratoriali caratterizzanti e non altrimenti esperibili, la possibilità di svolgere in presenza le suddette attività purché nel rispetto rigoroso dei protocolli di sicurezza. Ciò è quanto avvenuto nei numerosi Licei Coreutici nel territorio nazionale e che non ha trovato consenso in una votazione del Collegio dei docenti, presieduto dal dirigente scolastico, e che ne avrebbe previsto l’eventuale attuazione anche per il Liceo Coreutico di Palermo non appena il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione avesse fornito i protocolli di sicurezza necessari.

Speranza a cui si sono aggrappati gli studenti, senza vederne ad oggi la realizzazione. Con il sopraggiungere della “seconda ondata” le istituzioni scolastiche hanno sospeso nuovamente le attività didattiche in presenza, e agli studenti del Liceo Coreutico di Palermo continua a essere negata la possibilità di svolgere i laboratori in presenza, scelta che nella Nota dell’USR viene affidata alle singole amministrazioni scolastiche.

La protesta degli studenti di Palermo consiste nel mettere davanti la webcam dei fogli con su scritto “Basta parole, vogliamo i fatti!”, “Noi ci ribelliamo!”, “Poi vorrei… Tornare a danzare”, “Abbiamo aspettato fin troppo, adesso vogliamo danzare!”, al posto dei loro volti, rendendo così difficile il regolare svolgimento delle lezioni. Questo è il modo in cui hanno deciso di scioperare nella speranza di essere ascoltati e avere risposte concrete. Lo scopo degli studenti non è quello di lottare contro gli insegnanti, ma bensì di far arrivare ai piani alti, cioè il Dirigente Scolstico, il messaggio che i ragazzi hanno la necessità e l’urgenza di svolgere tali attività negate per troppo tempo.

Gli studenti reclamano il diritto di svolgere le attività didattiche finalizzate all’acquisizione delle competenze, parte integrante e sostanziale dei curricoli e elemento dirimente sulla base del quale moltissimi studenti hanno scelto di frequentare gli specifici percorsi, e con l’obiettivo di avverare il sogno che sin da piccoli tengono nel cassetto: diventare danzatori professionisti e fare della loro passione un mestiere. Molti di loro, soprattutto i maturandi, purtroppo si ritrovano in una situazione in cui l’anno decisivo che avrebbe dovuto essere quello delle scelte importanti per il loro futuro e dell’approccio al mondo professionale, si sta trasformando in un anno di regressione in cui alcuni hanno smesso di credere nel loro sogno e hanno deciso di dedicarsi ad altro.

“Siamo stanchi delle prese in giro e delle continue perdite di tempo, tutte le operazioni e i lavori necessari dovevano essere svolti subito, nel minor tempo possibile, non nell’arco di più di cinque mesi! Lo svolgimento delle nostre materie d’indirizzo non può continuare ad essere svolto a casa per problemi di spazi, luoghi e possibilità, poiché il rischio di infortuni, a causa delle condizioni non favorevoli, è altissimo”. Queste le parole degli studenti stanchi e che si sentono trascurati da parte della scuola.

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