Preside vieta preghiere: accade in una scuola di Palermo. Il preside della scuola Ragusa Moleti, Nicolò La Rocca, ha vietato agli insegnanti di far pregare i bambini durante le ore scolastiche. Niente preghiere, quindi, al mattino, prima di iniziare l’attività scolastica, nè durante le ore dell’insegnamento della religione cattolica.
La decisione, che farà sicuramente discutere, è stata comunicata ai docenti attraverso una circolare. Lo stop alle preghiere non è l’unica azione che è stata intrapresa dal dirigente scolastico. E’ stata anche rimossa una statuetta della Madonna e alcune immagini sacre, come quella di Papa Francesco.
“Ci sarebbe nella nostra scuola – si legge nella circolare firmata da La Rocca – l’usanza, da parte di alcuni docenti, di far pregare i bambini prima dell’inizio delle lezioni e/o di far intonare canzoncine benedicenti prima della consumazione della merenda”.
Non è la prima volta che un preside prende decisioni di questo tipo, in nome dell’osservanza della legge, sottolineando la natura laica degli istituti scolastici pubblici, in cui non si dovrebbero esercitare atti di culto. Dalla scelta di tenere il crocifisso nelle aule alla presenza di immagini sacre, quello religioso è un tema che torna spesso d’attualità, sopratutto a ridosso del Natale, quando molte scuole si preparano a festeggiare con canti e recite ispirati alla Natività.
Spesso ci si è chiesti se sia giusto o meno privare le scuole e di conseguenza i bambini di attività che fanno parte della nostra tradizione. Il dubbio sorge, sopratutto, perchè le nostre scuole oggi sono multietniche. I bambini che le frequentano provengono da famiglie che professano religioni diverse, ma anche da famiglie atee, che potrebbero subire le scelte fatte dalla maggioranza.
Per il preside della Ragusa Moleti, frequentata, in tre diversi plessi, da bimbi che vanno dai 3 ai 6 anni, su questo la legge parla chiaro. “Considerando il parere dell’Avvocatura dello Stato dell’8 gennaio del 2009, allegato alla nota del gabinetto del Miur del 29 gennaio 2009, – scrive La Rosa – è da escludere ‘la celebrazione di atti di culto, riti o celebrazioni religiose nella scuola durante l’orario scolastico o durante l’ora di religione cattolica, atteso il carattere culturale di tale insegnamento”.
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