Preghiere vietate a scuola: genitori in rivolta, appello alla Fedeli
Preghiere vietate a scuola: parte la protesta contro il preside. Com’era prevedibile, la scelta del dirigente della scuola Ragusa Moleti di Palermo, di vietare le preghiere ai bambini durante le ore scolastiche, ha scatenato l’ira dei genitori. Le mamme e i papà dei piccoli studenti, che si trovano al centro di una polemica, che ha assunto caratteri nazionali, hanno deciso di far partire una raccolta firme e rivolgersi all’arcivescovo di Palermo.
Preghiere vietate a scuola: mamme in rivolta
La scelta del preside, Nicolò La Rocca, è stata sentita come un’imposizione dall’alto, un atto di autoritarismo, che non ha tenuto conto del sentire comune, ma di un solo genitore, che pare si sia lamentato delle statuette presenti a scuola: troppo ingombranti. Fiumi di messaggi, quindi, tra le mamma cattoliche, che non ci stanno e dichiarano guerra al preside siciliano tornato lo scorso settembre dal Nord.
Proteste anche da varie parti politiche. Per Alessandro Pagano, deputato della Lega-Noi con Salvini, togliere le foto del Papa e le statue della Madonna “è un atto ignobile”. “Siamo pronti a recarci alla scuola elementare di Palermo per protestare contro questo preside totalitarista che sta abusando del suo ruolo per affermare una visione anti cristiana del mondo, continua Pagano, che parla di “laicismo strisciante”.
Preghiere vietate a scuola: interrogazione parlamentare per il ministro Fedeli
Il deputato di Noi con Salvini dichiara battaglia e annuncia un’interrogazione parlamentare al ministro Valeria Fedeli. Ma non è il solo. Anche Maurizio Lupi chiama in causa il ministro dell’istruzione. “Qui non si tratta di usanze, né tanto meno accettiamo i risibili e inappropriati riferimenti nella circolare del dirigente scolastico a pareri dell’Avvocatura dello Stato sulle celebrazioni di atti di culto nella scuola – afferma il coordinatore nazionale di Alternativa popolare -. Qui parliamo della storia che ha fatto il nostro popolo, il nostro tessuto sociale e solidaristico, della nostra identità, quella a cui quei bambini vengono educati in famiglia”.
“Come spiegare a quegli stessi bambini che il Papa che vedono in tv non è più degno di entrare neanche come immagine nella loro scuola? Credo che il ministro Fedeli abbia qualcosa da dire su un’idea così gretta della laicità della scuola – conclude Lupi -“.