Peppino Impastato, a 44 anni dall’uccisione resta il suo esempio
Quarantaquattro anni fa a Cinisi Peppino Impastato, speaker di Radio Aut e figlio ribelle di Luigi Impastato e Felicia Bartolotta, veniva ucciso dalla mafia per volere del boss Badalamenti.
Questa mattina si è tenuto un presidio presso il Casolare dove nel 1978 è avvenuto l’omicidio mafioso di Peppino nel corso del quale è intervenuto Francesco D’Uva, Questore e Deputato alla Camera, relatore dell’interpellanza parlamentare sulla questione giudiziaria riguardante Casa Felicia.
“Ricordare Peppino Impastato vuol dire rendere onore a una stagione dell’antimafia concreta, rigorosa, efficace, senza lustrini né parate di gala.Ne siamo tutti orfani.” Lo ha dichiarato il Presidente della commissione regionale antimafia Claudio Fava.
Questo invece il messaggio del sindaco metropolitano, Leoluca Orlando:
“L’esperienza umana e culturale di Peppino Impastato è un invito a tutti a rifiutare i condizionamenti criminali. E’ un inno alla libertà, al recupero della dignità umana. La storia di Impastato ci ha insegnato, anche, a non smettere mai di cercare la verità, a lottare per ottenerla. Una verità che per troppo tempo è stata allontanata da un depistaggio ordito da pezzi dello Stato. Impastato pagò con la vita l’avere sfidato la mafia in un territorio in cui si era stabilito un sistema di relazioni tra apparati dello Stato e mafiosi che governavano la Sicilia. La sua figura rimane un punto di riferimento per quanti hanno scelto di schierarsi contro la mafia e i suoi legami con la politica, facendo scelte di rottura senza compromessi. Il recupero del Casolare dove fu ucciso è un ulteriore contributo alla gratitudine e alla ammirazione da parte di tutti e uno stimolo anche di conoscenza dell’impegno per i diritti delle future generazioni”.