Il nuovo Dpcm emanato dal governo per arginare il contagio da Coronavirus nel Paese prevede il divieto di spostamento dal 21 dicembre al 6 gennaio, ma fatta la legge trovato l’inganno, perchè chi deve rientrare a casa sta organizzando di farlo nei giorni precedenti.
E per questo motivo si teme un esodo dal Nord in Sicilia nei giorni a ridosso del 21 di tutti coloro che studiano o lavorano fuori e vogliono rientrare in famiglia per le feste.
“Il rischio di un nuovo esodo verso il Sud è un fatto reale, che non può non destare preoccupazione. Per questo ho ritenuto di chiedere al nostro Comitato scientifico di valutare alcune misure di contenimento e sorveglianza sanitaria, che vorremo condividere anche con il ministero della Salute” spiega il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
“C’è – prosegue – un sostanziale miglioramento in Sicilia e si inizia finalmente a vedere una progressiva regressione della pressione sulle strutture ospedaliere. Non possiamo, quindi, rischiare di far correre di nuovo il virus per comportamenti individuali che appaiono improntati a superficialità. Lo dobbiamo alle tante vittime che abbiamo avuto e alla straordinaria passione con cui migliaia di operatori hanno adempiuto con professionalità alla loro missione di vita” conclude.
A complicare tutto ci sono poi le 3 nuove ordinanze firmate dal ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati della Cabina di Regia sul Boronavirus che si è tenuta ieri.
Con la prima si rinnovano le misure restrittive vigenti relative alle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte.
Con la seconda le Regioni Campania, Toscana, Valle D’Aosta e la Provincia Autonoma di Bolzano passano da area rossa ad area arancione.
Con la terza le Regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia e Umbria passano da area arancione ad area gialla. Le ordinanze saranno in vigore dal 6 dicembre.
In Sicilia si calcola che potrebbero rientrare circa sessantamila persone, un esercito che potrebbe riportare l’Isola in una situazione di pericolo rispetto al contenimento del contagio.
Nel primo grande esodo di marzo, tante sono state le persone che a poco a poco si registrarono sul portale della Regione. Il governo regionale studia qualcosa per correre ai ripari l’assessore alla Salute Ruggero Razza, ha riunito il Cts (comitato tecnico scientifico) regionale per capire l’argine da mettere in difesa del sistema, sanitario e anche sociale.
Due le ipotesi sul tavolo: tamponi per tutti all’arrivo o quarantena. Le prefetture, le questure, le Asp e le istituzioni varie si riuniranno per cercare di mettere in campo un protocollo adatto alla situazione con delle regole operative.
Negli aeroporti di Palermo e Catania arrivano circa 1500 persone al giorno, numero irrisorio rispetto agli scorsi anni (al Falcone Borsellino, a novembre, si è avuta una perdita rispetto al 2019 dell’81,56%), ma ieri la sola Alitalia ha fatto sapere che nell’ultima settimana (26 novembre-3 dicembre) le nuove prenotazioni per volare nella settimana 14-20 dicembre hanno determinato un incremento del 50% e quelle per volare nella settimana 21-27 dicembre un incremento del 13%.
Treni. Per la Sicilia ci sono due coppie di treni intercity da Roma, altri due Intercity notturni, sempre dalla Capitale, e due da Milano, oltre poi a due Frecciarossa e Frecciargento che arrivano alle porte dell’Isola, a Villa San Giovanni. Tutti comunque ormai da mesi con prenotazione obbligatoria e con il 50% di capienza, oltre a controlli a bordo e al momento della partenza.
Auto. Il controllo in questo caso sarà all’ingresso, a Messina con regole dettate dal presidente Nello Musumeci che, una volta sentito il parere del Cts e di Razza, potrebbe anche firmare una nuova ordinanza.
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