Patrimoniale, cosa ne penserebbe Bettino Craxi? Chi ha più vino…

Abbiamo provato ad immaginare con l’aiuto della nostra memoria e con un pizzico di fantasia, cosa avrebbe potuto pensare oggi Bettino Craxi del tanto discusso tema della patrimoniale usando con quel pizzico di ironia che contraddistingue la nostra rubrica “Occhi di ieri, fatti di oggi

La patrimoniale, cari compagni e concittadini, è un tema che ciclicamente ritorna nei dibattiti politici e sociali del nostro Paese. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole, direbbe qualcuno, e forse avrebbe ragione. Eppure, vale la pena di spendere qualche parola su questa questione che, come il miglior vino, ha bisogno di essere degustata con calma per apprezzarne tutte le sfumature.

Innanzitutto, una patrimoniale ben strutturata non è altro che uno strumento di equità. Immaginate una grande festa, dove tutti contribuiscono con qualcosa: chi porta una bottiglia di vino, chi una torta, chi una semplice sedia. Ecco, la patrimoniale serve a fare in modo che chi ha più bottiglie di vino non si limiti a portarne una, ma magari due o tre. Non è questione di togliere, ma di redistribuire, affinché tutti possano godere della festa.

Naturalmente, i detrattori della patrimoniale gridano allo scandalo, paventando scenari apocalittici di fuga dei capitali e crollo degli investimenti. È curioso notare come spesso questi stessi detrattori non abbiano mai avuto problemi a vedere i propri patrimoni crescere esponenzialmente, anche durante le crisi. Forse, direbbe qualcuno con un pizzico di malizia, la paura è più di dover rinunciare a qualche bottiglia di vino che a un effettivo danno economico.

E poi, diciamolo chiaramente: il nostro Paese ha bisogno di risorse. Le scuole, gli ospedali, le infrastrutture… tutte queste cose non si costruiscono con le chiacchiere, ma con soldi veri. E se quei soldi possono arrivare da chi ha di più, senza compromettere il loro benessere, perché non farlo? Non è forse un dovere morale e civico contribuire al bene comune?

La patrimoniale, se applicata con criterio e giustizia, può essere un potente mezzo per ridurre le disuguaglianze. Certo, ci vuole coraggio politico e una visione lungimirante. Ma chi ha detto che governare sia un mestiere per codardi? In fondo, è proprio nei momenti di difficoltà che si vede la stoffa dei veri leader.

Allora, compagni, riflettiamo su questo strumento senza pregiudizi, ma con la mente aperta e il cuore rivolto al bene comune. Perché una società più equa e giusta è una società in cui tutti possono prosperare, e non solo pochi privilegiati. E ricordiamoci sempre: anche nelle feste più riuscite, è la condivisione che rende tutto più dolce.

È bene ricordare che questo articolo è frutto solo della fantasia dell’autore e non rispecchia fedelmente quello che avrebbe potuto pensare Bettino Craxi.

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