Parroco denunciato per la ristrutturazione del campanile del santuario
Parroco denunciato per lavori nel campanile del santuario Santo Spirito di Gangi. A Termini Imerese, invece, sono stati denunciati due fidanzati. Uno era “operaio per amore”. E oltre ai deferimenti per presunte violazioni di norme sulla sicurezza nel lavoro, i carabinieri hanno scoperto anche un lavoratore in nero e hanno verbalizzato sanzioni per oltre 85mila euro.
In un caso è stato adottato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale ai sensi dell’articolo 14 del decreto legislativo 81/2008 per aver impiegato personale in nero nella misura pari o superiore al 20% di quello effettivamente presente sul luogo di lavoro. Il provvedimento risulta già revocato avendo il responsabile regolarizzato la posizione del lavoratore in nero e pagato la sanzione amministrativa aggiuntiva.
Parroco denunciato per violazioni norme sicurezza sul lavoro
Tre datori di lavoro sono stati denunciati, a vario titolo, per violazioni delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro (mancato aggiornamento del documento valutazione rischi, mancata predisposizione del pos e del pimus, assenza del responsabile servizio prevenzione e protezione e del medico competente, mancata formazione, informazione e visita medica dei lavoratori, mancata consegna dei d.p.i., mancata recinzione del cantiere). Tra i deferiti c’è il parroco denunciato a Gangi relativamente ai lavori di ristrutturazione del campanile del santuario dello Spirito santo.
Operaio per amore a Termini Imerese
Le sanzioni amministrative in totale ammontano a 86.000 euro. Dall’inizio dell’anno sono oltre 90 le aziende edili controllate dai carabinieri.
Santuario di Gangi, nel 1576 il titolo di Santo Spirito
Come si legge nel sito istituzionale del Comune di Gangi, “l’origine del santuario è molto antica. Vuole la leggenda che qui esistesse un’edicola intitolata allo Spirito Santo, nella quale era collocato un masso nella cui incavatura era stata dipinta l’immagine dell’Eterno Padre con una colomba sul petto. Durante la lotta iconoclasta questo dipinto venne sepolto sottoterra e per molto tempo rimase ignorato, finchè un contadino sordomuto, scavando un pozzo, rinvenne il masso. Si accorse con sorpresa della figura e notò che da una lesione al sopracciglio gocciolava sangue. Stupito della scoperta corse verso l’abitato lasciando meravigliati i cittadini che lo sentirono parlare. Successivamente accorsero sul luogo e per consiglio del parroco e delle autorità decisero di trasportare il sacro masso dentro l’abitato servendosi di buoi, ma gli animali non riuscirono a smuoverlo. Nacque così l’idea di erigere un tempio sul posto con l’aiuto di tutto il popolo. Nel 1576 la piccola chiesa subì una trasformazione architettonica e l’assunzione del titolo dello Spirito Santo. Nel corso del Settecento altri interventi portarono alla definizione della chiesa e, nell’Ottocento, alla realizzazione della cappella laterale dedicata alla Madonna della Provvidenza”.