NICOLOSI – “L’agricoltura è una delle chiavi per la cura e la tutela del territorio. E lo sviluppo dell’agricoltura sinergica è in linea con l’indirizzo che vogliamo imprimere al nostro Parco“. Lo dice la presidente del Parco dell’Etna Marisa Mazzaglia, dopo l’affollato incontro sul tema “Permacultura. Orti sinergici e solidali”, che si è svolto nella sede di Nicolosi e che segue il recente tavolo tematico sull’agricoltura del Forum del Parco.
Ha portato i saluti il componente del Comitato Esecutivo dell’Ente Ettore Barbagallo: “Seguiamo con grande attenzione tutte le iniziative che possono contribuire al rilancio dell’agricoltura nell’area protetta. Più in generale, lavoriamo per una sostenibilità concreta, che insieme alla tutela della natura del Parco guardi alle opportunità e ai vantaggi per le persone”.
Dopo l’introduzione di Rosa Spampinato, dirigente agronomo del Parco, che ha sottolineato l’importanza della fertilità del suolo per l’agricoltura etnea, è intervenuto l’imprenditore agricolo Quintilio Menicocci, che ha illustrato il suo progetto di orto sinergico nel territorio del Parco. «Rappresento un gruppo di persone che vogliono condurre un progetto sull’alimentazione naturale – ha spiegato Menicocci. – Insieme al gruppo Permacultura Sicilia, abbiamo quindi avviato il progetto di un orto sinergico, sotto la direzione di Anna Satta ed Alessio Mancin che conoscono da molto tempo la disciplina, hanno fatto ed ottenuto dei buoni risultati sul campo».
Anna Satta, ortoterapeuta, tecnico di agricoltura biologica, docente della Libera Scuola di Agricoltura Sinergica “Emilia Hazelip” – agronoma e naturalista spagnola, pioniera del metodo sinergico in Europa – , considerata una delle principali esperte della materia in Italia e in Europa, ha poi svolto insieme a Alessio Mancin, altro docente della scuola di permacultura, l’intervento centrale della conferenza.
La Satta ha innanzitutto spiegato che il termine “permacultura” deriva dalla parola australiana permaculture, una contrazione sia di permanent agriculture sia di permanent culture. Secondo il coniatore del termine Bill Mollison: “una cultura non può sopravvivere a lungo senza una base agricola sostenibile ed un’etica dell’uso della terra”.
Anna Satta ha poi illustrato le basi del metodo di coltivazione che si chiama agricoltura sinergica: “Si basa sul principio che evitando qualsiasi disturbo della terra essa torna alla fertilità naturale e dunque si usano accorgimenti che evitano di perturbare l’attività microbica e vegetale del sottosuolo. Con tale metodo non si effettuano arature del terreno, né concimazioni, né diserbi aggressivi. Inoltre non si fa uso sistematico di antiparassitari, neanche di origine naturale, confidando esclusivamente nel ripristino delle condizioni naturali di fertilità del terreno, quindi di forza delle piante e di equilibrio fra le varie famiglie di vegetali, che infatti convivono a strettissimo contatto”.
Nel successivo dibattito, è intervenuta tra gli altri Manuela Trovato, portavoce del Gruppo siciliano di permacultura, che ne ha illustrato l’attività, in costante sviluppo in tutto il territorio regionale con il coinvolgimento di molti giovani.
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