Palermo zona rossa, le reazioni di politica e associazioni di categoria

“Viviamo in una situazione drammatica. La zona rossa in città è l’ulteriore disastro per il commercio, le attività turistiche e complessivamente per l’intera economia di Palermo”. Lo dicono in una nota la presidente e il direttore di Confesercenti Palermo, Francesca Costa e Michele Sorbera.

“È evidente – dicono Costa e Sorbera – che il sistema messo in campo per ridurre i contagi non funziona. Lo abbiamo visto: nonostante le chiusure ripetute, i contagi restano alti. Serve cambiare registro e siglare protocolli che consentano alle imprese di lavorare in sicurezza: terziario, commercio e turismo sono ormai allo stremo. Con la campagna Portiamo le imprese fuori dalla Pandemia che partirà domani chiediamo proprio questo: regole nuove per convivere e superare la pandemia: un piano rapido dei vaccini, la ripartenza in sicurezza delle attività e interventi sul fisco e sulle imposte locali chiari e immediate”.

Capogruppo della Lega al Comune, Igor Gelarda: “Mettere Palermo in zona rossa significa decretarne la morte economica. Dopo oltre un anno di sacrifici e di mancati ristori e di crisi economica Questo è il colpo finale.

Diciamo le cose come stanno: nonostante le parole del sindaco Orlando, sempre dure ma mai precise, a Palermo sono mancati completamente i controlli per scoraggiare assembramenti e riunioni che hanno favorito gli aumenti dei contagi. Senza parlare dei folli assembramenti per andarsi a vaccinare, considerati come necessari, ma assolutamente evitabili.

Se questa zona rossa resterà solo un provvedimento amministrativo, non ci saranno immediate contropartite in ristori,  anche massicci, andiamo verso il disastro. Palermo è la città d’Italia con più alto tasso di disoccupazione giovanile e una di quelle con il più basso PIL pro capite. Piove si sul bagnato, non dobbiamo morire di covid ma così costringiamo migliaia di famiglie alla fame”.

Alessandro Anello, consigliere comunale della Lega e vicepresidente della commissione attività produttive: “Tutelare la salute dei palermitani è la priorità, ma attenzione ad una zona rossa fotocopia dell’anno scorso per gli effetti decisamente imprevedibili che potrebbe avere sui cittadini più fragili ridotti ormai in povertà.

A Palermo il quadro economico e sociale è profondamente peggiorato dopo 13 mesi di lotta alla pandemia. E’ certo che se il numero di contagi e dei ricoveri cresce, le restrizioni sono necessarie ma, rispetto al 2020, le misure di contenimento del virus adesso devono andare di pari passo con azioni straordinarie di sostegno soprattutto economico alle migliaia di palermitani senza più nessuna forma di sostentamento.

E’ inutile imporre la zona rossa e tutti chiusi in casa senza per esempio consentire le aperture alle attività produttive dove si possano garantire controlli e distanziamenti efficaci. Dopo un anno non è più possibile parlare di emergenza servono azioni concertate che garantiscano tutela della salute e tutela del reddito”.  

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