Palermo, 10 apr. – Sgominata a Palermo una banda di rapinatori specializzata in colpi in ville ed appartamenti. I malviventi, travestiti da finanzieri, poliziotti e Carabinieri, hanno seminato il panico nei mesi scorsi, mettendo a segno diverse rapine che hanno fruttato loro circa 7 mila euro in contanti e 40 mila in gioielli e preziosi.
Adesso agenti della Polizia di Stato, appartenenti alla sezione ”Antirapina” della Squadra Mobile di Palermo e carabinieri della Compagnia di Partinico hanno arrestato un 25enne pregiudicato per reati inerenti la droga, un 44enne pregiudicato con precedenti per rapine, e un 37enne. Ai tre sono contestate varie rapine in abitazione, lesioni aggravate e falso materiale.
Servendosi di abiti, almeno a prima vista, fedelmente riproducenti le divise delle forze dell’ordine, pistole, finti tesserini e decreti di perquisizione, artigianali lampeggianti la banda riusciva a far passare una violenta rapina in appartamento per un’operazione di polizia.
Alle prime luci dell’alba il commando si presentava a casa delle vittime, di solito facoltosi commercianti, e una volta carpita la loro fiducia ed entrati in casa con la scusa di dover effettuare delle perquisizioni, depredavano gli appartamenti, immobilizzando e picchiando selvaggiamente i malcapitati. Gli investigatori sono riusciti a ricostruire la dinamica di tre rapine, ma le indagini proseguono per individuare altri componenti della banda ed eventuali altri colpi messi a segno.
A far scattare le indagini ‘ stato il fermo eseguito il 13 dicembre scorso di Parisi e Sparacio per una rapina messa a segno lo scorso 18 novembre in un’abitazione a Villagrazia di Carini, nel palermitano. Le perquisizioni nelle abitazioni dei fermati hanno permesso agli investigatori di ricostruire altri due colpi: una rapina ai danni della titolare di una tabaccheria ad Isola delle Femmine e una tentata rapina ad una famiglia di gioiellieri a Partinico.
Nel primo caso, lo scorso 8 novembre, un commando composto da 5 persone, di cui uno travestito da carabiniere, suon’ alla porta della vittima, annunciando una perquisizione. Dopo essere entrati nell’appartamento i malviventi imbavagliarono ed immobilizzarono i due figli della donna. Il tentativo di reazione di uno dei due fu punito con un violento calcio all’addome, mentre la donna fu costretta a mostrare la cassaforte ed aprirla. Particolarmente considerevole il bottino fatto di preziosi per un valore di almeno 20.000 euro e 3.000 euro in contanti.
Dopo breve tempo, il 20 novembre scorso, la banda di finti appartenenti alle forze dell’ordine ritorn’ a colpire, scegliendo, stavolta, la casa di un gioielliere di Partinico. Alle 5 del mattino, 5 uomini, in questo caso quattro travestiti da finanzieri ed uno da carabiniere, con il solito copione, inscenando l’esecuzione di una perquisizione, si fecero aprire la porta di casa da una donna settantatreenne. Anche in questo caso, con metodi brutali i banditi minacciarono la vittima perch’ li conducesse nella vicina gioielleria di sua propri.
A mandare all’aria il piano fu il finto malore inscenato dal marito della donna, che si accasci’ sul letto, simulando un’insofferenza cardiaca. L’uomo riusc’ anche a salire al piano superiore della villa e a prendere una pistola, regolarmente detenuta, con cui esplose quattro colpi di pistola, uno dei quali fer’ Parise. La banda decise allora di fuggire, ma fu proprio grazie all’auto usata per la fuga e ritrovata dai carabinieri che gli investigatori sono riusciti a risalire ai malviventi.
“Ma l’indizio più stringente – spiegano gli inquirenti – ‘ l’integrale registrazione dell’arrivo e della fuga dei malviventi dall’appartamento, effettuata dalle telecamere esterne della gioielleria”. Per sfuggire all’arresto e depistare le indagini Parisi, fermato a dicembre in una pizzeria, insieme ai due complici, forn’ documenti falsi e giustific’ l’evidente ingessatura al braccio con un incidente stradale. Un racconto che non ha convinto gli investigatori, che da tempo indagavano su di lui.
Così una consulenza ha permesso di scoprire come la ferita fosse compatibile con un colpo di arma da fuoco. Lo stesso esploso contro di lui dal gioielliere di Partinico. Per questa vicenda ‘ al vaglio degli inquirenti anche la posizione di tre medici di una clinica, dove l’uomo si fede curare sotto falso nome.
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