Cronaca

Palermo “chiusa” fino al 22 aprile, i commercianti: “Agnelli sacrificali”

L’ultima ordinanza di Musumeci chiude di fatto Palermo e tutta la sua provincia in zona rossa fino al 22 aprile compreso. Una decisione inevitabile per il governatore che in serata in una nota aggiuntiva spiega che: “il provvedimento si è reso necessario a seguito del rapporto trasmesso alla Presidenza della Regione dal Dipartimento regionale Asoe. Secondo tale rapporto, il dato aggiornato a venerdì 9 aprile presenta nella provincia palermitana una incidenza dei contagi pari a 246,61 ogni centomila abitanti. Come è noto, il limite fissato dalla norma nazionale è di 250 contagi ogni centomila abitanti”.

Il sindaco di Palermo appoggia il provvedimento e parla di una: “Decisione resa necessaria dalla situazione ospedaliera e dal diffondersi dei contagi. Dobbiamo poter tornare ad una vita normale. Per questo è necessario che rispettiamo questi divieti per potere consentire, così come è accaduto in altre parti d’Italia, di vedere scendere l’RT, di vedere riaprire le attivi”.

Ma gli operatori commerciali non ci stanno e lanciano un grido d’allarme attraverso la presidente di Confcommercio Palermo Patrizia Di Dio che ieri pomeriggio ha riunito il consiglio direttivo della Federazione che riunisce 53 associazioni di categoria, tra le più colpite dai provvedimenti restrittivi.

Questo inutile prolungamento della “zona rossa” a Palermo servirà solo a produrre nuovi danni economici e – probabilmente – a coprire le inettitudini e le inefficienze di chi, dopo oltre un anno, non riesce a governare l’emergenza, nonostante siano state immesse risorse importanti per la gestione sanitaria e sia sotto gli occhi di tutti lo sforzo commovente dei medici e del personale sanitario in trincea. Le aziende sono state trattate come agnelli sacrificali”.

“Come sempre, le decisioni si ripercuoteranno soprattutto sulle spalle delle aziende e degli imprenditori, gli stessi che da mesi chiedono invano di aver riconosciuto almeno i sostegni minimi e che venga migliorato un sistema palesemente iniquo e irrazionale. La verità è che vige una confusione totale e nella confusione la cosa più semplice da fare per non sbagliare è: chiudere. L’evidenza dell’approssimazione dei dati che alterano la realtà e le decisioni da adottare è dimostrato dai dati di oggi: improvvisamente sono stati calcolati 258 morti “arretrati” delle scorse settimane e 6.000 guariti. Quindi, le decisioni sembra che vengano prese in modo emotivo se non addirittura dilettantistico”. 

La Di Dio denuncia una campagna vaccinale che procede troppo a rilento fornendo dati: “Chiediamo garanzie – aggiunge la Di Dio – perché non è possibile che l’incompetenza e l’incapacità di governare la situazione a più livelli si debba ripercuotere sempre e soltanto sulle categorie produttive. Qualcuno dovrà pur farsi un esame di coscienza. Il diritto alla salute deve convivere con il diritto al lavoro e all’impresa. La campagna vaccinale, che procede troppo lentamente, è lo specchio della situazione a oltre un anno dall’inizio della pandemia. Vi diamo noi qualche numero preso dalle fonti ufficiali. In Sicilia finora sono state somministrate soltanto 627.000 prime dosi e, con la media degli ultimi sette giorni, la somministrazione della sola prima dose finirebbe tra 371 giorni, per la precisione il 14 aprile del 2022. Questo è l’unico dato certo, tutto il resto fa parte delle troppe chiacchiere di chi, a tutti i livelli, non ha dimostrato né capacità né sensibilità adeguate al ruolo che ricopre”.

Tabella riepilogativa elaborata da Confcommercio Palermo sulla base dei dati ufficiali

Alla presidente Di Dio fa eco il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè che in una nota sottolinea: “La nuova zona rossa per la provincia di Palermo è mortale per il tessuto economico già debole di suo. I commercianti e gli esercenti sono al limite dell’esasperazione”.

“In questa situazione – aggiunge – non è accettabile che il commissario per l’emergenza Covid, Renato Costa, dica che la zona rossa è stata suggerita al presidente Musumeci “nonostante non ci fossero i numeri per sostenerla”, aggiungendo che questi numeri comprendono anche i dati degli immigrati di Lampedusa e di quelli sulle navi”.
“Adesso, poi, è arrivato il colpo di grazia con la chiusura di tutta la provincia. Voglio conoscere i numeri e sapere chi decide – ribadisce -. E per questo ho chiesto alla presidente della commissione Sanità dell’Assemblea, Margherita La Rocca Ruvolo, l’immediata convocazione dei responsabili dell’assessorato. Vorrò essere io stesso presente per valutare le scelte che sono state adottate”, conclude il presidente.

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Redazione

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