Oscar 2018, 4 nomination per il regista palermitano Luca Guadagnino

Oscar 2018, 4 nomination per il regista palermitano Luca Guadagnino. ‘Chiamami col tuo nome’ di Luca Guadagnino ha ricevuto quattro nomination agli Oscar: migliore film, canzone originale (Sufjan Stevens – Mistery of love), migliore sceneggiatura non originale (adattata da James Ivory) e Timothée Chalamet migliore attore. Il film uscirà in Italia tra due giorni.

Oscar 2018, di cosa parla il film di Guadagnino

Girato nella campagna lombarda, il film, tratto dell’omonimo romanzo di André Aciman, racconta un’estate italiana in cui il giovane Elio, interpretato da Timothée Chamalet, vivrà le sue prime esperienze sentimentali dopo l’incontro con uno studente americano, Oliver (Armie Hammer). Completano il cast Michael Stuhlbarg, Amira Casar e Esther Garrel. Il 4 marzo la notte degli Oscar.

L’Italia volerà a Hollywood grazie alle 4 nomination ottenute dal film di Luca Guadagnino Chiamami col tuo nome, oltre a quella ricevuta dalla friulana Alessandra Querzola nella categoria Production Design con il film Blade Runner 2049.

Chi è Luca Guadagnino

Luca Guadagnino si laurea all’Università La Sapienza di Roma, con una tesi sui film di Jonathan Demme.

Dai primi anni Novanta, infatti lavora sulla forma del documentario, modalità operativa spesso prescelta anche dal cineasta americano per portare alla luce e ri-discutere Storia e storie oscure e trascurate.

Algerie, uno dei primi lavori di Guadagnino, è presentato al Festival di Cinema Africano a Milano, nel 1996.
L’anno successivo è la volta di Qui, un cortometraggio presentato al festival di Taormina dello stesso anno.

Guadagnino esordisce nel lungometraggio nel 1999, con l’esperienza di The Protagonists, un film un po’ selvaggio e rivoluzionario.

Dopo altri lavori, cortometraggi o documentari spesso girati in video e a produzione autarchica, Guadagnino torna sul profilo pensante di Tilda Swinton con Tilda Swinton: The Love Factory (2002), presentato a Venezia.

Trentacinque minuti di faccia-a-faccia con l’attrice londinese, in cui subiamo tutto il fascino, maieutico e fisico, che si presume l’attrice abbia esercitato prima di tutti con Guadagnino stesso, qui attento e partecipe ‘ascoltatore’ delle sue peregrinazioni verbali, dei suoi moti d’animo, delle sue divagazioni nostalgiche.
Come documentarista, realizza poi Mundo civilizado (2003) e Cuoco contadino (2004), ottenendo riscontri positivi in festival e rassegne.

Nel 2005, esce il suo primo lungometraggio puramente di fiction, Melissa P., tratto dal best-seller scandalo (“100 colpi di spazzola prima di andare a dormire”) di una giovanissima scrittrice catanese, alle prese con la personale scoperta del mondo del sesso.

Nel 2010 torna al cinema per dirigere l’elegante pellicola Io sono l’amore con Tilda Swinton, Alba Rohrwacher, Marisa Berenson e Pippo Delbono. Il film è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti.

Tornerà a Venezia cinque anni dopo – accompagnato ancora una volta dalla musa Tilda Swinton – per presentare A Bigger Splash, melodramma psicologico ambientato a bordo piscina.

Chiuderà poi la sua ideale trilogia sul desiderio con Chiamami col tuo nome (2017), tratto dal romanzo omonimo di André Aciman.