Ci sarebbero i primi indagati per l’omicidio di Emanuele Burgio, freddato in centro storico a Palermo nella notte tra domenica e lunedì.
La squadra mobile di Palermo ha fermato questa notte tre uomini con l’accusa di omicidio. Secondo le prime indiscrezioni si tratterebbe dei sicari che lunedì notte ferito a morte con tre colpi di pistola Emanuele Burgio, 26 anni, figlio del mafioso Filippo Burgio, attualmente in carcere.
Nella notte appena trascorsa, la Questura di Palermo ha eseguito un provvedimento di Fermo di Indiziato di Delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo a carico di Romano Matteo, palermitano classe 1982, del fratello Romano Domenico, palermitano classe 1972 e del nipote Romano Giovanni Battista, palermitano, classe 1992, figlio di Domenico
I tre sono i presunti autori dell’omicidio di Emanuele Burgio, ucciso a colpi di arma da fuoco tra i vicoli della Vucciria, tra via dei Cassari e via dei Tintori, la notte tra domenica e lunedì scorsi.
Sul luogo del delitto, dopo il primo intervento delle Volanti, è giunta sul posto personale della Squadra Mobile, che ha avviato indagini, serrate e complesse, sotto la costante direzione della Procura della Repubblica di Palermo, finché, attraverso l’analisi articolata delle immagini registrate da oltre una decina di impianti di video sorveglianza che gli investigatori hanno verificato accuratamente incrociandone i dati per ricostruire l’accaduto, alle prime ore di oggi, i Romano sono stati fermati in quanto ritenuti presunti responsabili dell’assassinio del giovane Burgio.
Le prime risultanze investigative ricostruiscono l’omicidio del giovane palermitano come l’estremo epilogo di una contesa sorta poco tempo prima, innescata da uno screzio banale che avevano ingaggiato la vittima e uno degli arrestati, Romano Giovanni Battista, a quanto pare legato a un diverbio stradale.
Quella contesa, che sembrava sopita, è riesplosa senza una ragione apparente tra i vicoli della Vucciria la notte scorsa e stavolta coinvolgeva più contendenti.
La banalità da cui è scaturito lo screzio è finita in un tragico epilogo quando, dopo una breve discussione, Matteo Romano ha impugnato una pistola e fatto fuoco contro il Emanuele Burgio, che ha tentato invano di scappare ma non è riuscito a percorrere che poche decine di metri.
Burgio, ferito da più colpi di pistola al torace e alle spalle è stato trasportato in ospedale dove è deceduto poco dopo il ricovero.
Il complesso degli elementi indizianti nel frattempo raccolti e messi in ordine induceva la Procura della Repubblica ad emettere un fermo di indiziato di delitto a carico dei Romano, che venivano tratti in arresto dagli agenti della Squadra Mobile.
Giova precisare che gli odierni fermati sono, allo stato, indiziati in merito al reato contestato e che le loro posizioni saranno definitive solo dopo l’emissione di una, eventuale, sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza
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