Norman Zarcone. Il padre “Applicare 416bis. Omicidio mafioso di Stato”

Sono passati dodici anni da quando Norman Zarcone, mio figlio, sangue e carne del mio corpo, anima della mia anima, ha deciso di ‘scegliere diversamente’ in segno di protesta contro il sistema delle baronie universitarie, tristemente note per la loro emulazione dell’appartenenza mafiosa.
Infatti forza di intimidazione del vincolo associativo, condizione di assoggettamento e omertà  sono i presupposti nefandi che reggono il baronaggio, sistema associativo e omertoso che assoggetta e intimidisce: quindi mafioso.

Era il 13 settembre 2010 quando Norman, due lauree con 110 e lode in Filosofia della Conoscenza e della Comunicazione e in Filosofia e Storia delle idee, dottorando il Filosofia del Linguaggio (senza borsa), musicista, compositore, giornalista e bagnino d’estate, decide di autoinfliggersi la morte per fare ascoltare la propria voce, per dire ‘no’ alle logiche  di sottomissione, alle clientele, alle genealogie accademiche.

Nell’urlo accusatorio (ancora purtroppo inascoltato) di mio figlio contro i “padroni del Sapere” e i “mafiosi di Stato”, c’è tutta l’ingiustizia della quale è capace questa Italietta ipocrita, generatrice di un sistema malato, deviato, che non tentenno a definire  di stampo mafioso.
Mio figlio è morto nel 2010, ma muore anche oggi, muore ogni giorno perché lo Stato, questo Stato nel quale credo e nel quale ha creduto Norman, troppo spesso diventa complice guardando da un’altra parte. Troppi silenzi, troppa ipocrisia di Stato per un omicidio di Stato.

Sfortunatamente ho notato che in Italia si tende a identificarsi più col carnefice, che con la vittima. Ecco perché con l’Associazione culturale che prende il nome di mio figlio lotteremo sempre contro la mafia che legge Orazio e Aristotele. Lo faremo scrivendo, lo faremo sul web, lo faremo oralmente per strade, bar, circoli; lo faremo suonando: con la musica di Norman. Sono stanco di sbattere contro la putrida coscienza di imbroglioni istituzionali che si sentono forti della loro impunità: quando lo Stato si comporterà da Stato e applicherà l’articolo 416 bis del Codice penale? Troppi falsi libertari nelle istituzioni, troppi collusi, servi e complici mendicano la scena, troppi impostori riconosco fra le vestali del mondo genuflesso – il loro mondo – da vivere a novanta gradi. Ricorreremo pertanto alla “violenza” della musica di Norman e della memoria (vedi programma in calce).

* Art. 416 bis  del Codice Penale

«L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici, ovvero per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri»

PROGRAMMA DEL 13 SETTEMBRE

Ore 10,30 –  Adunanza cittadina presso la Rotonda “Norman Zarcone” (Brancaccio, Palermo) alla presenza del Sindaco di Palermo, delle Autorità civili e militari, degli organi di informazione. Verrà osservato un minuto di silenzio e deposta una corona di fiori.

Ore 20,30, Piazza Politeama – Concerto musicale “In memoria di Norman, contro la mafia dei colletti bianchi”.

Si esibiranno:- Alfredo Daidone
– Tonino Sardisco
– Compagni di scuola
– Sixthy sense
– Norman Zarcone Rock Orchestra

(Proiezione in loop del video “Un cielo senza stelle” che prende il titolo di una canzone di Norman dedicata a Falcone e Borsellino prima di morire)