Nessuno si salva da solopellicola dolce amara sulla decadenza di una storia d’amore; una notte, in un ristorante, Delia e Gaetano, interpretati rispettivamente da una Jasmine Trinca e uno Riccardo Scamarcio, anni luce distanti dalle loro migliori performance, si incontrano per fare il punto sulla loro separazione e su come programmare le vacanze dei loro figli.
Rabbia, ricordi, euforia, colpi di scena, intervallati da flashback sull’inizio e la fine della loro storia d’amore. Sergio Castellitto, che è uno dei più grandi interpreti che il cinema italiano possa vantare, pur muovendosi in questo film lungo la direzione degli Ozpetzek e dei Muccino, non convince, ma soprattutto non colpisce fino in fondo lo spettattore.
I flashback,  come piccoli tasselli, che lentamente si ricompongono, scavano sul passato, ma finiscono per appesantire la trama e l’intreccio narrativo, che rimangono perennemente sospesi per tutta la durata del film. Appena qualche sussulto, qualche spunto interessante, l’originalità di una battuta finalmente incisiva, la colonna sonora che si innesta perfettamente nel fotogramma di un’emozione. Troppi i vuoti che permangono tra una sequenza e l’altra. Le immagini non sono sempre fluide, non scorrono, sembrano cristallizzate nella mente dei protagonisti.
Solo il finale, degno della migliore tradizione italiana, lascia il segno nella mente dello spettatore, nei ricordi e nella fantasia, sollevandolo da un torpore che sembrava interminabile e inducendulo ad una riflessione significativa, che è poi la più grande lezione del film: la dolcezza e l’innocenza, accompagnati dalla curiosità e dalla voglia di ascoltare l’altro come antitesi perfetta alle divergenze e alle incomprensioni del passato. Nessuno si salva da solo, se non con un grande sforzo e una propensione generosa verso la comprensione dell’essere umano. 
In sintesi, trama nuda e banale, attori che raramente sembrano a loro agio (persino le scene di sesso faticano ad accendere la miccia dell’interesse),  in una pellicola poco originale, con al centro una storia che non sembra mai decollare, e che evoca costantemente, senza mai terminare.
Trinca-Scamarcio, Castellitto-Mazzantini,stavolta no, non salveranno il cinema italiano dalla deriva delle idee, lo salveranno forse solo con le buone intenzioni.