Natale con il Covid, cosa ci aspetta tra crisi e restrizioni
Non c’è solo la paura del contagio da Covid che preoccupa, ma anche l’impoverimento delle categorie colpite dalle chiusure per arginare l’avanzata del virus, e la povertà che avanza.
Secondo un’analisi della Coldiretti infatti, dopo l’entrata in vigore del nuovo Dpcm e sulla base dell’andamento delle richieste degli Enti impegnati nel volontariato con richieste di aiuto in aumento anche del 40%, sono saliti a 4 milioni i poveri che con l’aggravarsi della situazione saranno costretti a Natale a chiedere aiuto per il cibo da mangiare nelle mense o soprattutto con la distribuzione di pacchi alimentari.
A tutto ciò si aggiunge il timore per l’istituzione di un lockdown generalizzato, tanto invocato dai medici italiani e sul quale i ministri Roberto Speranza e Dario Franceschini sembrano d’accordo. Ma Conte vuole aspettare, almeno fino a quando non si vedranno gli effetti delle nuove misure, senza perdere di vista la curva epidemiologica.
L’obiettivo del governo è arrivare fino al 15 novembre. Se per quella data la curva epidemiologica non avrà invertito la rotta, l’ipotesi più probabile sarà far entrare tutte le Regioni in «zona rossa».
Ma che Natale sarà? Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute in un’intervista alla Stampa ha dichiarato che “ci sarà un provvedimento che riguarderà Natale, ma le famiglie potranno riunirsi nel nucleo ristretto, parenti di primo grado, fratelli e sorelle”.
L’altra speranza è l’arrivo in tempi ragionevolmente stretti di un vaccino efficace che ci faccia lasciare alle spalle quest’anno nero: “molto presto, prima di giugno – assicura Sandra Zampa -. L’Italia ne ha fatto un ordinativo che basta a coprire tutta la popolazione, abbiamo prenotato 70 milioni di dosi”.
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