Motivazioni sequestri Ciancio: pericolosità sociale e rapporti con boss
Motivazioni sequestri Ciancio. Sono state esposte questa mattina in conferenza stampa dal Procuratore a Catania Carmelo Zuccaro i motivi che hanno spinto la Procura a procedere con il sequestro dei beni per almeno 150 milioni di euro ai danni dell’imprenditore ed editore Mario Ciancio Sanfilippo.
Si parla di pericolosità sociale e di “apporto costante e di rilievo nei confronti di Cosa nostra”.
L’imprenditore, oggi 85 enne è coinvolto in un processo che lo vede imputato con l’accusa di concorso esterno all’associazione mafiosa, e proprio per la sua avanzata età non è stato preso alcun provvedimento restrittivo a suo carico, al momento.
La pericolosità sociale, precisa la Procura, è riferibile ad un lasso di tempo che va dal 1974 fino al 2013, quando è stato raccolto dai pm l’ultimo riscontro.
Sotto la lente d’ingrandimento anche la linea editoriale tenuta in questi decenni dalla sua testata La Sicilia sulle sue pagine si evitava infatti di “porre all’attenzione dell’opinione pubblica gli esponenti mafiosi non ancora pubblicamente coinvolti dalle indagini giudiziarie”.
Per l’accusa Ciancio “piegava alla sua volontà la linea editoriale, non solo scegliendo persone di sua fiducia e allontanando giornalisti non graditi, ma anche dettando precise direttive laddove aveva specifici interessi imprenditoriali”.
Si parla anche di “un’ampia rete di connivenze e collusioni sulle quali questo sodalizio mafioso poteva contare per mantenere la propria influenza nella provincia catanese”.
I profili di pericolosità sociale evidenziati dal pubblico ministero attengono anche “all’impiego di grandi quantità di capitali di provenienza mafiosa investiti nelle iniziative economiche, anche di natura speculativa immobiliare, poste in essere nell’arco di numerosi decenni dal proposto”.
Motivazioni sequestri Ciancio: l’editore si dimette dalla direzione de La Sicilia insieme al figlio
L’imprenditore intanto ha lasciato dopo 51 anni la direzione della testata catanese, insieme a lui ha lasciato la condirezione anche il figlio, Domenico Ciancio Sanfilippo.
Il giornale da oggi è firmato da Antonello Piraneo, nominato direttore responsabile dall’assemblea dei soci della Domenico Sanfilippo Editore.
C’è intanto preoccupazione da parte della Federazione Nazionale delle Stampa in merito ai posti di lavoro potenzialmente a rischio, ricordiamo infatti che Mario Ciancio possiede oltre al quotidiano ‘La Sicilia’, la maggioranza delle quote della ‘Gazzetta del Mezzogiorno’ di Bari e due emittenti televisive regionali, ‘Antenna Sicilia’ e ‘Telecolor’.
L’imprenditore continua a proclamare la sua assoluta estraneità ai fatti contestatigli dichiarando di andare avanti “a fronte alta, perché non ho commesso alcuno dei reati di cui sono accusato. E lo dimostrerò”.
I giornalisti intanto in una nota hanno dichiarato: “Ribadiamo la nostra fiducia nell’operato della magistratura. Noi giornalisti continueremo a fare – come sempre – il nostro lavoro a testa alta, con dignità e onestà intellettuale, pur gravati da ieri di un maggiore carico di preoccupazione legittima per la conservazione dei nostri posti di lavoro”.