Morte di Calogero Rizzuto, la denuncia del deputato Dipasquale

 

Morte di Calogero Rizzuto. “Il direttore del Parco archeologico di Siracusa sarebbe potuto essere salvato da una diagnosi tempestiva della malattia”. È questa la denuncia del deputato regionale Nello Dipasquale.

Morte di Calogero Rizzuto, secondo il deputato ci sono stati dei gravi ritardi nella diagnosi di Coronavirus

Il deputato del PD ha segnalato i gravi ritardi che si sono verificati nella somministrazione del tampone e nel ricovero del funzionario.

L’archeologo Calogero Rizzuto è deceduto oggi all’età di 65 anni dopo alcune settimane di malattia. Rizzuto avrebbe partecipato ad un incontro con un gruppo coreano a fine febbraio. Dopo alcuni giorni ha iniziato ad accusare febbre e tosse, ma il test del tampone è stato effettuato all’ospedale di Siracusa soltanto giorno 9 marzo, su indicazione del suo medico di base.

Dopo due giorni e senza essere a conoscenza del risultato del test, Rizzuto veniva sottoposto ad un secondo tampone, mentre le sue condizioni di salute peggioravano. Dipasquale, amico della famiglia Rizzuto, si è messo in moto per chiedere che l’architetto venisse ricoverato. Dopo aver ricevuto risposte generiche dai responsabili delle strutture sanitarie si è rivolto direttamente all’assessore alla Salute Ruggero Razza.

La procura di Siracusa aprirà un’inchiesta sul caso

Razza ha verificato la gravità del quadro clinico dell’architetto, e il 12 marzo ne ha ottenuto il ricovero presso l’ospedale Umberto I di Siracusa. Dipasquale denuncia che il risultato del tampone per il Coronavirus ha tardato molto ad arrivare. Infatti la positività al covid-19 è stata confermata soltanto il 13 marzo, quando Rizzuto si trovava già in terapia intensiva per le complicazioni del suo stato di salute.

“Forse la tempestiva individuazione della patologia – dice Dipasquale – non solo avrebbe potuto salvargli la vita, ma avrebbe potuto ridurre ulteriori contagi a quanti hanno avuto contatti con lui. Ma questo lo dirà la magistratura”.

Del caso si occuperà la Procura di Siracusa, che ha deciso di aprire un’inchiesta. A coordinarla sarà il procuratore Sabrina Gambino. L’obiettivo delle indagini è verificare le responsabilità in eventuali ritardi o errori di valutazione della situazione del direttore del Parco archeologico.