Monta la protesta contro la Lega. La notizia del rimpasto all’interno della Giunta Musumeci e dell’assegnazione alla Lega dell’assessorato ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana ha fatto scalpore.
Dopo la scomparsa di Sebastiano Tusa nel tragico disastro aereo del marzo 2019, l’incarico era stato assunto dal presidente Musumeci. Adesso è arrivata la scelta di assegnare la poltrona al partito di Salvini.
La decisione presa da Nello Musumeci ha scatenato diverse ondate di protesta, sia nel mondo della politica che della società civile.
Tra i primi a criticare apertamente la mossa è stato Giorgio Pasqua, capogruppo del M5S all’Ars. Pasqua ha definito la possibilità di vedere la Lega al comando dell’assessorato ai Beni Culturali come un “oltraggio alla storia della Sicilia”.
Dello stesso avviso Giuseppe Lupo del PD, che ha dichiarato: “Musumeci ha svenduto la nostra identità culturale alla Lega. Si resta sbigottiti nel pensare che la nostra storia e il nostro patrimonio culturale siano stati offerti su un piatto d’argento a Salvini, che si è sempre contraddistinto per il suo bagaglio politico di disprezzo e intolleranza nei confronti della Sicilia e del Meridione”
Anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando è intervenuto sulla vicenda. Il primo cittadino del capoluogo siciliano ha definito “una scelta inopportuna” quella di designare un uomo della Lega per ricoprire il ruolo di assessore ai Beni culturali della Regione Siciliana.
La risposta dei rappresentanti siciliani della Lega non si è fatta attendere. In una dichiarazione pubblicata nella giornata di ieri, Igor Gelarda, capogruppo della Lega a Palazzo delle aquile, Marianna Caronia, deputato all’Ars, Alessandro Anello ed Elio Ficarra hanno affermato: “Ricordiamo che pur di essere politicamente corretto e attrattivo, il sindaco Orlando ha modificato il nome dell’Assessorato alla cultura in Assessorato alle culture, diluendo e sminuendo di fatto quella che è la nostra peculiarità storica e culturale, in omaggio alle altre culture”.
“Che noi rispettiamo per principio, ma verso le quali non possiamo sacrificare la nostra identità e le nostre radici europee, occidentali e cristiane”.
“Ancora potremmo obiettare sul fatto che l’assessore alle culture a Palermo sia un medico palestinese, nulla da eccepire sulla persona, ma frutto, e forse lui stesso vittima, di una scelta puramente ideologica del sindaco”.
Tirato in ballo dai consiglieri leghisti, l’assessore Adham Darawsha ha affidato la sua risposta alla propria pagina facebook: “Ho 40 anni, 22 dei quali passati a coltivare un amore infinito per Palermo, la Sicilia e la nostra cara Italia”.
“Questo grande amore mi ha consentito di impiegare tutte le mie energie per portare avanti le mie attività. Oggi vengo di nuovo attaccato strumentalmente, seppur garbatamente, perché sono nato altrove. Purtroppo non sono attrezzato per i miracoli”.
“Se avessi potuto – continua Darawsha – avrei fatto di tutto per nascere in quest’isola che amo fino alla follia. Ma ho fatto l’unica cosa che potevo fare e l’ho scelta come il luogo in cui passare il resto della vita”.
“Io, a differenza di altri, ho amato e rispettato la Sicilia e il suo popolo e lo farò sempre…finché morte non ci separi…”
Diversi attestati di stima e solidarietà all’assessore palermitano alle Culture sono arrivati da Italia Viva, PD e Avanti Insieme.
“Desideriamo esprimere la nostra solidarietà – affermano i Consiglieri Comunali Francesco Bertolino, Dario Chinnici e Carlo Di Pisa di Italia Viva – all’Assessore alle CulturE Adham Darawsha, a seguito di un comunicato da parte del gruppo consiliare della Lega”.
“Comprendiamo la grande difficoltà da parte dei leghisti siculi, nel dover giustificare l’inopportuna scelta ad avere come assessore Regionale alla Cultura e all’Identità Siciliana un rappresentante di un partito che costantemente negli ultimi decenni ha basato la propria azione politica sul disprezzo verso il meridione d’Italia e contro le tante culture del Sud, attraverso un violento linguaggio che ha caratterizzato la loro azione politica”.
“Se non fosse di una tristezza infinita, avremmo tutte le ragioni per ridere anche noi della dichiarazione dei consiglieri leghisti del Comune di Palermo che accusano il Sindaco Orlando di “sacrificare la nostra identità e le nostre radici europee, occidentali e cristiane” per avere nominato all’Assessorato alle Culture il medico palestinese Adham Darawsha – dichiarano i Consiglieri Milena Gentile e Rosario Arcoleo congiuntamente al Segretario del Pd provinciale, Rosario Filoramo.
“Attaccando l’Assessore Darawsha non per il suo operato ma per le sue origini palestinesi, rivelano di non conoscere la vera Identità multiculturale della Sicilia. Ci dispiace che non sappiano che i Palermitani sono molto più vicini culturalmente e storicamente al mondo arabo che a quello padano”.
Così invece i consiglieri di Avanti Insieme Valentina Chinnici, Paolo Caracausi, Massimo Giaconia, Toni Sala, Claudia Rini. “Nel rivolgere un attacco personale al Sindaco i consiglieri leghisti, secondo la peggiore e ben collaudata tradizione razzista della lega Nord, colpiscono l’assessore Darawsha, reo di essere ‘un medico palestinese’ che non rappresenterebbe, così come l’assessorato alle culture, “la nostra identità e le nostre radici europee, occidentali e cristiane”.
“Ai colleghi leghisti ci limitiamo a ricordare che Palermo è una colonia della tunisina Cartagine, a sua volta fondata dai Fenici originari del Libano, e che ha un debito di bellezza con Bizantini, Arabi e Normanni per i monumenti che, soprattutto negli ultimi anni e con il titolo di capitale della cultura, hanno fatto registrare una straordinaria presenza turistica”.
“Piaccia o no ai Leganordisti di casa nostra, Palermo ha radici arabe e islamiche, che hanno lasciato tracce ben visibili nelle sue opere artistiche oltre che in tutti i suoi cibi tipici e nella stessa lingua siciliana. Per cercare sedicenti radici europee, occidentali e cristiane forse i colleghi farebbero meglio a oltrepassare il Po. Esprimiamo quindi tutta la nostra solidarietà all’Assessore Darawsha, che rappresenta e avvalora al meglio le nostre ricche e varie “identità” multiculturali”.
Non potendo manifestare il proprio disappunto per strada, molti cittadini si stanno riunendo sui social per criticare duramente la scelta di Musumeci.
Una petizione online lanciata sulla piattaforma Change.org ha raggiunto l’obiettivo prefissato di 25 mila firme in meno di due giorni, e adesso corre verso le 35.000 adesioni.
Mentre su Facebook, il gruppo chiamato ‘Fuori la Lega dalla Sicilia. No i Beni Culturali alla Lega’ ha raccolto oltre 40.000 iscrizioni in poche ore. Gli utenti del gruppo sono chiamati a fotografare e condividere i siti culturali e i monumenti siciliani utilizzando gli hashtag #SleghiAMOlasicilia, #fuorilalegadallasicilia e #laculturanonsilega.
Ma non finisce qui: infatti l’intenzione di alcuni partecipanti è quella di organizzare un sit in di protesta davanti l’Assemblea Regionale il 2 giugno. Come si legge su una nota condivisa nel gruppo, “Musumeci non ci rappresenta e ci ha traditi svendendo la gestione dell’ambito culturale siciliano al Partito del Nord che da sempre disprezza la Sicilia. Scenderemo in piazza il 2 Giugno, il giorno in cui a Roma si svolgerà la manifestazione organizzata da Lega e Fratelli D’Italia per la Festa della Repubblica”.
Intanto, durante la notte in diverse zone di Palermo sono stati affissi striscioni contro Musumeci e contro la Lega.
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