Monitoraggio ex discariche in Sicilia, arrivano i primi risultati

Monitoraggio ex discariche. Arrivano i primi risultati delle attività di caratterizzazione primaria sulle discariche esauste presenti in tutta l’Isola. Un’attività propedeutica alla redazione del nuovo Piano delle bonifiche voluto dal governo Musumeci. Grazie alla convenzione stipulata dalla Regione Siciliana con l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e con il dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale dell’Università “La Sapienza” di Roma” è stato possibile infatti, in pochi mesi, avere già un primo screening su 50 delle 511 discariche censite.

Monitoraggio ex discariche, l’approccio utilizzato include metodi innovativi basati sulle osservazioni satellitari

L’approccio metodologico utilizzato include metodi innovativi basati sulle osservazioni satellitari. In una prima fase, verranno individuati i siti in base alla loro criticità ed esclusi quelli che, allo stato attuale, non risultano potenzialmente inquinanti. Per quelli rimanenti, si prevede di approfondire l’analisi con rilievi aerei dotati di sensori ad elevata sensibilità, che consentiranno di ottenere informazioni più dettagliate.

Per le zone considerate potenzialmente inquinanti sarà, successivamente, predisposto un Piano di indagine sul campo, che consentirà, se necessaria, la bonifica e il recupero ambientale dell’area. A conclusione del progetto, il dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti disporrà di un sistema informatizzato e aggiornato per la gestione e la valutazione di tutte le discariche esauste presenti sul territorio siciliano.

«Dopo anni di disinteresse e incuria – sottolinea il presidente della Regione Nello Musumeci – prosegue il lavoro del mio governo per recuperare i troppi ritardi accumulati. Sulle bonifiche, ad esempio, non solo non abbiamo perso tempo, ma abbiamo accelerato. Sono state reperite le risorse finanziarie e avviati gli interventi sulle vecchie discariche. Adesso aspettiamo i risultati finali delle attività di caratterizzazione per passare, dove necessario, alla bonifica definitiva».