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Minacce Isis, anche il Papa nel mirino

Gli atti di crudeltà e di atrocità commessi dai fondamentalisti islamici e le minacce dell’Isis contro gli ebrei, i cristiani e tutto il mondo occidentale, rientrano in una logica oscurantista e medievale che nulla ha, in comune, con la logica del III° millennio. Al Qaeda, Jihad e soprattutto Isis hanno creato un frondismo organico con scopi devastanti che vanno dal genocidio etnico religioso, agli attentati in tutto il mondo con autobombe e cinture esplosive. Per realizzare questo criminoso e maniacale programma che può soddisfare, solo, l’aberrante voglia omicida e l’inutile spargimento di sangue; l’Isia, che fra le citate organizzazioni terroristiche, è la più crudele, per le pubbliche decapitazioni di innocenti, per le pulizie etniche e per i genocidi, ha già reclutato, per le sue file, e continua a farlo, migliaia di adepti occidentali, ideologicamente tarati, ma ben pagati e mentalmente predisposti ad abbracciare la folle causa del fondamentalismo islamico. Sul mondo occidentale, già oberato da complesse problematiche di non facile soluzione, è piombato questo nuovo macigno, difficile da frantumare, e che costituisce serio pericolo da non sottovalutare e che bisogna contrastare con tutti i mezzi, anche con quelli meno leciti e surrettizi dei normali.

Il terrorismo è una pratica insidiosa e subdola che, oltre a sfruttare il fattore “sorpresa”, sfrutta il fanatismo dei suoi praticanti psicologicamente e mentalmente condizionati da un “wash-brain” che li rende disponibili all’estremo sacrificio. Paradossalmente è ipotizzabile che tra l’eroe di una guerra giusta o ingiusta che sia, o di una persona che compie un atto eroico, c’è una sorta di parallelismo che li accomuna sul piano dello sprezzo del pericolo, ma non su quello delle finalità che si propongono di raggiungere.

L’accostamento fra gli pseudo protagonisti (azzardato e temerario) è perimetrabile entro i limiti del pericolo che individualmente corrono nell’espletamento dell’azione, ma non sulle motivazioni per le quali agiscono e le portano a compimento. Tra l’eroe di guerra e quello, più apprezzabile, per una azione sul piano civile c’è, con il terrorista, una differenza abissale. Il terrorista è un criminale che, con le sue azioni, come quella delle due torri di New York, intende imporre la sua fede e le sue false ideologie con bagni di sangue e con la pratica del suo nefasto terrore. L’eroe vero è quello che si sacrifica per affermare i suoi ideali, i sentimenti più nobili e la solidarietà umana e civile con la forza dell’altruismo.

Le crudeltà commesse dall’Isis, le minacce di atti di terrorismo e di uccidere anche il Papa, hanno sconvolto e messo in seria preoccupazione il mondo. Quello che è già successo, e quello che potrà succedere, fanno pensare alla frase di Woody Allen: “fermate il mondo, voglio scendere” !

Ettore Vinciguerra

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