Messina: aggredito assistente polizia penitenziaria

Un assistente di Polizia Penitenziaria in servizio presso la casa circondariale di Messina, è stato improvvisamente aggredito, ieri 23 gennaio, da un detenuto ristretto al cosiddetto “Reparto Medicina”.

Un assistente di Polizia Penitenziaria in servizio presso la casa circondariale di Messina, è stato improvvisamente aggredito, ieri 23 gennaio, da un detenuto ristretto al cosiddetto “Reparto Medicina”.
Nel pieno svolgimento delle proprie mansioni, nel chiudere una cella, l’uomo è stato improvvisamente  preso per il collo, col chiaro tentativo di strangolarlo.
Solo la prontezza di riflessi ha consentito all’assistente di svincolarsi ed evitare il peggio, ma che non ha impedito, purtroppo, la necessità delle cure del pronto soccorso del vicino policlinico, ove appunto sono state riscontrate delle “lesioni a livello della regione laterale del collo da tentativo di strangolamento” e “contusione spalla SX con ematoma”.
Tutto ciò, rientra in un’escalation di eventi critici che oltre a destabilizzare ordine, sicurezza e disciplina, comportano anche delle conseguenze al personale sia sul piano fisico che psichico, in quanto, oltre a dover espletare l’attività lavorativa in condizioni critiche e disagiate, vi è la conseguenza sul lato umano, con ripercussioni anche nel contesto familiare ed affettivo.
L’Organizzazione Sindacale S.A.P.Pe esprime piena solidarietà al collega coinvolto nella vicenda.
Contestualmente, giova ricordare come questa O.S. abbia negli ultimi anni particolarmente attenzionato la Casa Circondariale di Messina, ricevendo il più totale ed assordante silenzio da parte degli organi competenti per risolvere alcune tematiche, in particolar modo un sovraffollamento di detenuti che attualmente supera i 400 presenti, ovvero il doppio della capienza regolamentare.
Ma ancora più grave è la carenza di personale di Polizia Penitenziaria, più volte denunciata a tutti i livelli ed anche attraverso manifestazioni, ma che a nulla sono valse.
Il personale è particolarmente stressato pur di garantire livelli minimi di sicurezza.
Non dimentichiamo che alla Casa Circondariale di Messina vi è una carenza di uomini di oltre 100 unità; a queste si aggiungono ulteriori 23 unità necessarie per l’apertura del reparto detentivo presso l’azienda ospedaliera “Papardo” di Messina, a tutt’oggi chiuso proprio per la “DIFFIDA all’apertura” che dovrà avvenire solo ed esclusivamente dopo l’invio di adeguato numero di personale.
L’occasione è propizia per denunciare ancora una volta la circostanza che il DAP, tra l’anno 2006 e 2007 aveva previsto, con apposite lettere circolari, l’invio di 32 unità in totale presso la Casa Circondariale di Messina.
Unità che misteriosamente non sono mai pervenute e di contro si sono avute almeno dieci unità poste in quiescenza.
Le esigenze della Casa Circondariale di Messina non possono più essere rinviate, pertanto abbiamo chiesto, ancora una volta, al Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria per la regione Sicilia si chiede un concreto intervento che garantisca un adeguato sfollamento di detenuti, e quindi rendere migliori le condizioni di vivibilità degli altri ristretti.
Quotidianamente, si è costretti a richiedere agli uffici competenti del Provveditorato, integrazione di unità per poter garantire le traduzioni dei ristretti nei vari Palazzi di Giustizia, quindi con dispendio di risorse economiche e che comunque non sono mai sufficienti per poter garantire tutta la movimentazione del Nucleo Provinciale Traduzione e Piantonamenti.
Naturale conseguenza è il dover distogliere sistematicamente personale dal servizio interno dell’istituto, abbassando i livelli di sicurezza.
Quindi è stato chiesto l’invio di un adeguato numero di unità di Polizia Penitenziaria che garantisca migliori condizioni lavorative e soprattutto maggior sicurezza, sia per l’utenza tutta nonché a tutela della propria incolumità.
Ciò, consentirebbe anche la riapertura del Reparto detentivo presso l’ospedale Papardo di Messina, che nonostante l’impegno per la sua ultimazione, rimane ancora chiuso proprio per la mancanza di personale di Polizia Penitenziaria