Per il secondo anno consecutivo, ricercatori dell’associazione scientifica Ketos e tesisti dell’Università di Catania, di Messina e della Calabria, si sono imbarcati a bordo delle navi della Grimaldi Group ed hanno scrutato l’orizzonte del Mar Tirreno meridionale e dello Ionio occidentale, alla ricerca di cetacei.
I risultati delle campagna hanno permesso di apportare nuove conoscenze in una delle regioni marine italiane dove la conoscenza di balene e delfini, soprattutto in mare alto, è scarsa. Clara Monaco, ricercatrice Ketos e responsabile della campagna di monitoraggio ci racconta come “il poter utilizzare navi di linea per l’osservazione di cetacei si è dimostrato molto efficace sia per l’ottima visuale sull’orizzonte sia per la velocità di crociera che permette di poter identificare gran parte delle specie avvistate, inoltre, vengono attraversate zone di mare altrimenti non raggiungibili dai comuni mezzi nautici utilizzati per la ricerca”.
Anche quest’anno, durante la campagna estiva, la stenella striata è stato il delfino più avvistato con centinaia di individui, seguono le specie delfino comune, tursiope, grampo, balenottera, capodoglio, zifio e steno, i cui avvistamenti accreditano come aree più ricche di cetacei le Isole Pontine e Ioniche. Frequente è stata anche la presenza della tartaruga comune. Oltre a mappare la distribuzione delle specie presenti nella regione, lo studio contribuisce ad apportare nuove conoscenze sulla migrazione della balenottera nel Mediterraneo. La ricerca, infatti, è all’interno di un network nazionale, coordinato da ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e Protezione Ambientale), che raccoglie dati lungo 7 diverse rotte marine trans-regionali e li analizza congiuntamente.
L’utilizzo di grandi navi per l’avvistamento di cetacei racconta Mario Tringali, presidente dell’Associazione Ketos, “permette di individuare aree di hotspot di cetacei lungo le autostrade del mare permettendo di valutare l’impatto tra navi e le grandi balene anche in aree sensibili come, ad esempio, lo Stretto di Messina”.
Tra le emozioni più grandi provate durante la stagione, ci racconta la tesista Giuliana Pellegrino “l’aver visto un cucciolo di delfino comune, specie ritenuta a rischio e in diminuzione, nuotare a prua della nave con la madre, inoltre c’è stato un avvistamento di diversi individui di steno, uno dei cetacei più rari del Mediterraneo”; la Dott.ssa Monaco aggiunge “l’utilizzo di una piattaforma di osservazione come un traghetto, capace navigare per lunghi periodi in zone di mare alto, ha sicuramente favorito l’avvistamento”.
Il monitoraggio proseguirà anche in inverno permettendo così di valutare la presenza e distribuzione dei cetacei del Tirreno meridionale in tutte le diverse stagioni dell’anno.
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