Cronaca

Mauro De Mauro, 50 anni senza verità: il ricordo di Mattarella

Mauro De Mauro, cronista del giornale L’Ora, sparì cinquant’anni fa, il 16 settembre 1970, a Palermo.

Sequestrato e ucciso da un commando mafioso. Il suo corpo mai più ritrovato.

Nel giorno dell’anniversario del sequestro è stata organizzata una manifestazione di commemorazione in viale delle Magnolie, alla presenza dei familiari del giornalista e del sindaco Leoluca Orlando. La cerimonia è stata promossa dal Gruppo siciliano dell’Unione nazionale cronisti italiani.

Presenti anche Giulio Francese, presidente regionale dell’Ordine dei Giornalisti, Roberto Ginex, segretario regionale di Assostampa, e Claudio Silvestri, commissario dell’Unci.

Il ricordo e l’esortazione a non smettere di cercare la verità nel messaggio inviato all’Ansa dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Mauro De Mauro venne rapito cinquant’anni or sono da sicari mafiosi e il suo corpo non fu più trovato. In questo giorno di ricordo, desidero esprimere anzitutto la mia vicinanza e solidarietà ai familiari e a quanti conobbero e lavorarono con De Mauro, apprezzandone le qualità umane e l’impegno professionale. Ricerche e indagini non sono giunte a piena verità sulle ragioni e le responsabilità dell’efferato omicidio. I dubbi irrisolti e l’esito negativo dei procedimenti giudiziari costituiscono una sconfitta per le Istituzioni e, al tempo stesso, continuano a sollecitare l’impegno affinché si squarci il velo degli occultamenti”.

“Palermo, la società siciliana e l’intero Paese hanno sempre riconosciuto la matrice mafiosa: per questa ragione De Mauro è diventato un simbolo della comunità che vuole liberarsi dal giogo della criminalità e che intende affermare il principio di legalità come condizione di civiltà e di sviluppo. De Mauro rappresenta anche, con il suo sacrificio, il giornalismo che compie fino in fondo il proprio lavoro, che cerca di far luce su vicende oscure con coraggio, che non si accontenta di versioni di comodo, che esercita la propria libertà per assicurare, nel pluralismo, le libertà di tutti. Sono tanti i giornalisti che nel mondo pagano il prezzo più alto per questo impegno. Il loro esempio è un testimone ora affidato a tutti i colleghi e alle generazioni più giovani”.

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