ROMA (ITALPRESS) – Giovanni Malagò successore di Vincenzo Spadafora? “Escludo che avvenga”. È categorico il presidente del Coni, intervenuto ai microfoni di “Campioni del Mondo” su RaiRadio2, a proposito di un suo coinvolgimento nell’eventuale Governo Draghi. “Sono impegnatissimo nelle cose che sto portando avanti, sarei poco serio se non lo facessi”, ha aggiunto Malagò, che ha ricordato “l’impegno sacro” preso col Cio al momento dell’assegnazione delle Olimpiadi invernali del 2026 a Milano-Cortina. Le sue priorità sono altre, a partire dalla guida del Coni per la quale si è ricandidato e per la quale ha ricevuto anche l’endorsement di Gabriele Gravina, presidente della Figc. “Sono parole che fanno piacere. Il voto del calcio vale uno, come il voto di qualsiasi altro rappresentante in Consiglio nazionale.
Ma sarei pazzo se non riconoscessi l’importanza del mondo del calcio, non essere in sintonia col calcio è un problema ma siamo felici di poter essere in piena condivisione”. A proposito di sintonia, con Spadafora è spesso mancata ma alla fine è stato portato a casa l’importante decreto che ha evitato all’Italia una clamorosa sanzione da parte del Cio. “Abbiamo combattuto per avere dei diritti sanciti dalla carta olimpica. C’è stata confusione, è stato incredibile essere arrivati all’ultimo secondo possibile per avere un riconoscimento sacrosanto”, ha sottolineato il presidente del Coni, ricordando però che il decreto “non ha risolto tutto” visto che dovrà essere convertito. Salvi comunque inno e bandiera ai Giochi di Tokyo che “si faranno, non c’è dubbio, Mori è stato solo l’ultimo a ribadirlo dopo che lo hanno fatto le massime autorità istituzionali del Paese”, il riferimento alle parole del presidente del Comitato organizzatore. Sul come è chiaro che “si può ipotizzare tutta una serie di regole che sono state già codificate. Sarà una bolla particolare anche se c’è lo spiraglio di avere una certa elasticità legata all’ingresso dei vaccini”.
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