L’Università Campus Bio-Medico di Roma compie 30 anni

ROMA (ITALPRESS) – La sostenibilità declinata nella ricerca scientifica, nell’organizzazione, nella didattica e nella terza missione sarà il faro dell’azione dei prossimi anni dell’università italiana. Un tema oggi sottolineato dai relatori presenti nell’aula magna dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, che ha dato avvio ai festeggiamenti del suo 30esimo anno di vita. “Radici profonde e sguardo al futuro” il motto dell’anniversario, grazie al quale l’Ateneo, opera apostolica dell’Opus Dei, riscopre e ribadisce le proprie origini guardando al futuro nell’unico modo possibile: l’approccio One Health per raggiungere la salute globale di tutte le specie e del pianeta Terra.
“La storia dei nostri primi 30 anni è un percorso straordinario e coerente con l’impostazione centrata sulla persona”, ha detto il rettore, Eugenio Guglielmelli durante l’intervento con cui ha dato il via al 30mo anno accademico.
“Siamo nati con un approccio reverse-based sulla ricerca e l’innovazione clinica, traslazionale e di base: dalla nascita di una facoltà dipartimentale di Medicina e Chirurgia integrata con il Policlinico, all’evoluzione nel secondo decennio con l’affiancamento e la sinergia di una facoltà dipartimentale di Ingegneria per arrivare, nel terzo decennio, alla facoltà di Scienze e tecnologie per lo sviluppo sostenibile e One Health, con una impostazione integrata, multi-inter disciplinare e di grande contaminazione reciproca”, ha aggiunto.
“Il motto con cui oggi diamo il via al nostro 30ennale ben esprime il modo di sentire e operare che ha portato fin qui l’Università Campus Bio-Medico di Roma e che ci guiderà nei prossimi anni. Il nostro progetto formativo e culturale, ispirato dall’insegnamento del Beato A’lvaro del Portillo, mette da sempre la scienza e la tecnologia al servizio delle persone: proseguiamo con lo stesso entusiasmo e i valori che hanno caratterizzato questo ateneo sin dai suoi inizi. Vogliamo vincere la sfida della formazione integrale e laureare cittadini globali e futuri professionisti capaci di mettere la persona al centro. Centralità che oggi significa anche rispetto dell’ambiente, attenzione alla sostenibilità, maturazione di una coscienza ecologica che ci permetta di accostarci con senso di responsabilità e stupore alla nostra “Casa comune””, ha concluso Guglielmelli.
E proprio la Terra come “Casa comune” è stato uno dei temi affrontati nella solenne prolusione di Marcella Trombetta, preside della Facoltà Dipartimentale di Scienze e Tecnologie per lo sviluppo sostenibile e One Health.
“Il 4 marzo scorso è stata una giornata storica per la sostenibilità ambientale e la sicurezza dell’umanità: 193 Paesi delle Nazioni Unite, dopo 20 anni di trattative, hanno firmato il “Trattato d’alto mare (High Seas Treaty)” un accordo che garantisce la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità marina nelle acque internazionali e, pertanto, nelle acque al di fuori della giurisdizione nazionale, conferendo finalmente al mare la dignità di bene comune permettendone così la sua tutela e, in prospettiva, la sua pulizia”, ha affermato.
“Gli Stati Onu – ha ricordato Trombetta – si accorderanno quindi per la tutela di queste aree marine con azioni concrete per eliminare dal mare le gigantesche isole di plastica e i rifiuti presenti nei mari del pianeta come il “Great Pacific garbage patch”, grande 5 volte l’Italia. Oggi gli ecosistemi oceanici producono ben metà dell’ossigeno che respiriamo, occupano il 95% della biosfera del pianeta e assorbono le più grandi quantità di anidride carbonica del mondo: la loro tutela rappresenta una vera questione di sicurezza globale, oltre che un grave problema ambientale. L’approccio One Health ci chiede proprio questo: lavorare insieme e rapidamente su problematiche come queste, considerando uomo, ambiente e mondo animale parti di un unico organismo connesso”.
Il 30esimo anno accademico prende il via alla presenza di Marcella Gargano, direttrice della Direzione generale delle istituzioni della formazione superiore del Ministero dell’Università e Ricerca e delle diverse anime del sistema universitario italiano rappresentato dal presidente CRUI Salvatore Cuzzocrea, dal presidente ANVUR Antonio Felice Uricchio e dal presidente CODAU Alberto Scuttari.
Un programma di appuntamenti nel corso del 2023-24 permetterà di ripercorrere le principali tappe del percorso che hanno portato alla nascita dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e, nel 2022, all’avvio della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico gettando uno sguardo alle importanti novità del futuro, prima tra tutte il nuovo edificio Cu.Bo (“Cultural Box”) dedicato alla didattica che sarà attivo nei prossimi mesi.
Un premio è andato a Intesa Sanpaolo per le borse di studio e il prestito “per Merito”, iniziative di inclusione dall’alto valore sociale che hanno permesso agli studenti UCBM un forte ampliamento del supporto per il diritto allo studio. A ritirare il premio Elisa Zambito Marsala, Responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università di Intesa Sanpaolo che ha sottolineato l’impegno del Gruppo nella collaborazione con il mondo accademico, in particolare nel sostegno alla ricerca, al talento, al contrasto alla fuga dei cervelli, e alla crescita dei poli di eccellenza italiani contribuendo alla loro attrattività a livello internazionale.
Nel corso della mattinata, iniziata con la Santa Messa celebrata da don Norman Insam, vicario regionale dell’Opus Dei per l’Italia, è stata annunciata dalla rappresentante degli studenti Chiara Surace la distribuzione delle eco-bottle che daranno il via all’operazione “That’s Life”, una campagna realizzata in collaborazione con Emerald, A&A Assicurazioni e Altintech per coinvolgere concretamente la comunità universitaria sui temi della sostenibilità e ridurre dell’80 per cento il consumo di plastica in un anno, permettendo a studenti e dipendenti dell’università comportamenti più ecologici e sobri. Ucbm ha implementato un sistema di erogazione di acqua per gli spazi educativi.


– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –