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Lotta alla tratta di esseri umani, la Procura di Catania tra le più attive

La schiavitù esiste ancora, tra i 21 e i 35 milioni di persone oggi sono vittime di forme moderne di schiavitù per un giro d’affari di quasi 139 miliardi di euro all’anno, vittime della tratta a livello mondiale sono soprattutto le donne, ovvero il 51% delle migranti giunte in Italia che finisce con l’essere assoggettate ad una organizzazione che le destina allo sfruttamento sessuale.
La maggior parte delle migranti viene sottoposta a un rituale voodoo cruento finalizzato a creare nelle donne una condizione di vero e proprio terrore, a costringerle al silenzio e a
impegnarsi a ripagare il debito che si assumono per arrivare in Europa.
La somma di denaro che devono restituire è compresa tra i 20 e i 50 mila euro.

Le ragazze destinate allo sfruttamento provengono dalla Nigeria e sempre più spesso sono minorenni tra i 15 e i 17 anni. Questi dati vengono presentati da Lina Trovato, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catania, in occasione dell’incontro organizzato dall’associazione nazionale antimafia Alfredo Agosta al liceo scientifico catanese Principe Umberto.
In realtà la procura etnea risulta essere tra le più attive in tutto il territorio italiano, già dai tempi del Procuratore capo Giovanni Salvi è stata creata una task force, atta a fronteggiare l’emergenza sbarco, di cui fa parte Lina Trovato con la specifica competenza per i delitti di tratta.
Nel 2016 la procura di Catania ha arrestato ben 34 persone ritenute colpevoli di essere schiavisti del nuovo millennio, mentre nel 2015 sono stati inscritti ben 65 fascicoli per articolo 601 che nello specifico è quello che prevede il delitto di tratta. 65 iscrizioni costituiscono un numero enorme considerato che in tutta Italia il dato nazionale si attesta intorno alle 140 iscrizioni.
La Procura etnea risulta essere competente per tutte le immigrate sbarcate nel catanese, a Pozzallo e ad Augusta, competenza che continua anche quando queste vittime di tratta raggiungono nuove destinazioni italiane o all’estero, per cui l’attività si estrinseca anche in ambito nazionale ed internazionale.
«Colgo l’invito dell’associazione Agosta perché le vittime interessate da questo fenomeno hanno per lo più l’età degli studenti che oggi assistono a questo incontro – spiega Lina Trovato – è necessario che i giovani comprendano questo fenomeno che rappresenta la nuova frontiera della violenza di genere».

Redazione

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