Loris, nessun abuso sessuale: si stringe il cerchio su Veronica

Il cerchio si stringe intorno a Veronica Panarello, in prigione con la tremenda accusa di aver ucciso a Santa Croce di Camerina il figlio Loris Stival, e di aver gettato il suo cadavere in un canalone per simulare il rapimento a scopo sessuale.
Il medico legale Giuseppe Iuvara, incaricato della perizia sul corpo del piccolo Loris, ha escluso che il bambino sia stato vittima di abusi sessuali né recenti, né passati.
L’autopsia ha anche stabilito l’arco temporale in cui è avvenuta la morte per soffocamento: dalle 8.30 alle 10 di quella mattina in cui Veronica Panarello sostiene di aver lasciato il bambino davanti alla scuola.
La versione della madre è stata smentita dalle telecamere di sicurezza piazzate nelle strade di Santa Croce, che hanno ripreso Veronica uscire in auto da casa soltanto con il figlio minore Diego e l’hanno seguita attraverso giri non compatibili con il racconto fatto agli inquirenti.
Altro elemento che rafforza l’accusa è il mezzo usato per strangolare il bambino: una fascetta di plastica compatibile con quelle trovate in casa Stival e mostrate da Veronica alle maestre per chiedere se le avessero date loro a Loris: secondo la Procura di Ragusa che ha richiesto la custodia cautelare per la donna si tratta di uno dei tanti tentativi di depistaggio messi in atto da Veronica per accreditare la tesi di un omicidio da parte di un “mostro”.
E’ proprio a causa di questi depistaggi che il Tribunale del Riesame di Catania ha definito la Panarello “lucidissima assassina” parlando anche di “insospettabile tenuta psicologica” proprio per la fredda determinazione mostrata dalla donna, dopo l’omicidio d’impeto commesso, secondo l’accusa, perché il bambino non voleva mandarla sola al corso di cucina che frequentava da qualche tempo.
Pur non potendosi parlare di “prova decisiva” dall’autopsia arriva la definitiva esclusione dell’ipotesi di un pedofilo che abbia rapito il piccolo Loris per abusi a sfondo sessuale.