“Credo sia un giorno di festa per tutta la Sicilia, e non soltanto per noi siciliani, perché la Chiesa riconosce beato un magistrato che ha saputo conciliare il Vangelo col valore del Codice penale, la parola di Cristo con la legge. E proprio per questo ha pagato con la vita, perché costituiva un esempio molto pericoloso per le organizzazioni criminali.
Per questo la mafia ha voluto eliminarlo. Io credo che debba essere indicato come modello di vita, paradigma per tutti i giovani con i quali abbiamo il dovere di costruire, e stiamo costruendo, una nuova Sicilia”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, a margine della cerimonia di beatificazione del giudice Rosario Livatino, assassinato dalla mafia 31 anni fa.
Oggi il giudice “ragazzino”, Rosario Livatino, assassinato ad Agrigento il 21 settembre del 1990, è stato proclamato beato: la ricorrenza è fissata per il 29 ottobre. La cerimonia di beatificazione si è svolta oggi nella cattedrale di san Gerlando ad Agrigento, in un rito iniziato alle ore 10, presieduto dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Papa Francesco al Regina Caeli ha detto: “Non si è lasciato mai corrompere. Si è sforzato di giudicare non per condannare ma per redimere. Il suo lavoro lo poneva sempre sotto la tutela di Dio, per questo è diventato testimone del Vangelo”.
La data della beatificazione venne scelta nel 1993 da Papa Giovanni Paolo II, per uno storico intervento dalla Valle dei Templi di Agrigento, aveva definito Livatino “un martire della giustizia e indirettamente della fede”.
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