Libertà di stampa, coro unanime contro chi minaccia l’autonomia

Libertà di stampa. Giornalisti in piazza in tutta Italia in difesa della libertà di stampa. La Federazione Nazionale della Stampa ha organizzato flash mob nei capoluoghi di regione, ricevendo anche adesioni dai colleghi di Bruxelles e Londra, con lo slogan “Giù le mani dall’informazione”.
Le principali manifestazioni a Roma, in piazza dei Santi Apostoli alla presenza dei vertici della Federazione, e a Milano in via Vivaio. Presidi anche ad Ancona, Aosta, Bari, Bologna, Bolzano, Cagliari, Campobasso, Firenze, Genova, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Potenza, Reggio Calabria, Torino, Trieste, Venezia.
A Palermo il flash mob, organizzato da Federazione nazionale della Stampa italiana e dalle Associazioni Regionali di Stampa si è svolto di fronte il teatro Massimo.
Un centinaio di giornalisti hanno esposto uno striscione con su scritto ”Libertà di stampa uguale democrazia”.
Al flash mob hanno partecipato anche il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sicilia, Giulio Francese, sindacalisti ed esponenti politici.

Libertà di stampa, diritto irrinunciabile a garanzia di tutti

Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha dichiarato: “La libertà di stampa è un diritto irrinunciabile a garanzia di tutti. Un grande valore che non può assolutamente essere messo in discussione da nessuno. La pluralità dell’informazione serve, soprattutto per chi fa politica, a comprendere appieno qual è il sentire della gente, il parere degli altri, le loro opinioni e per questo aiuta a riflettere.
Chi si sente leso dal contenuto di articoli di stampa, può far valere le proprie ragioni nelle sedi competenti, ma non può aggredire verbalmente con insulti irripetibili. Ecco perché condivido la protesta di oggi. Precedenti e concomitanti impegni istituzionali, purtroppo, non mi consentono di poter essere presente in piazza a Palermo, ma voglio far giungere, da presidente della Regione e da iscritto veterano all’Ordine dei giornalisti, la vicinanza mia personale e del governo a tutta la categoria per l’affermazione di un principio sacrosanto».

Claudio Fava, Giusto Catania e Dario Chinnici sono scesi in piazza

Anche Claudio Fava, partecipando stamattina alla manifestazione a Piazza Verdi ha dichiarato: “Senza buon giornalismo ci sarebbero solo mezze verità. A qualcuno forse farebbero comodo: a noi no. Per questo partecipo al presidio promosso a Palermo dalla Federazione della Stampa, come giornalista e come Presidente della Commissione regionale antimafia.”

“Il lavoro e la libertà dei giornalisti – prosegue il parlamentare – sono un bene prezioso che in più occasioni ha favorito la scoperta di verità, anche scomode.
L’attacco volgare che subisce oggi l’intera categoria colpisce i tanti che, spesso in solitudine e con gravi rischi, offrono un insostituibile servizio pubblico che la politica dovrebbe valorizzare e non liquidare con frasi ed affermazioni ingiuriose.”

Anche il capogruppo di Sinistra Comune Giusto Catania questa mattina in piazza: “Ho partecipato all’iniziativa promossa dalla Federazione Nazionale della Stampa e condivisa dall’Ordine dei Giornalisti – ha detto – per ribadire che la libera informazione è un principio fondante della democrazia.  Tutelare la libertà di stampa significa tutelare lo stato di diritto nel nostro Paese. Esprimiamo condivisione e solidarietà  alle ragioni della carta stampata. Troppo spesso la libertà di parola viene messa in discussione dall’attuale governo del Paese.
Di volgari attacchi parla invece Dario Chinnici, capogruppo del Pd al consiglio comunale di Palermo: “Le parole usate in questi giorni contro la stampa dimostrano quanto sia distorta l’idea che il Movimento Cinque Stelle ha della democrazia e dell’informazione: loro non vogliono giornalisti indipendenti ma asserviti, non persone libere ma robot che si limitano a riportare qualche dichiarazione.
Il Partito Democratico oggi era a piazza Verdi, a Palermo, a fianco della Federazione nazionale della stampa italiana, dell’Assostampa e dell’Ordine dei giornalisti per difendere l’articolo 21 della nostra Costituzione e la libertà di tante donne e tanti uomini che ogni giorno, spesso in condizioni precarie, rendono un servizio al nostro Paese”.