La fine del matrimonio fra Crocetta e l’ex assessore Nicolò Marino, prima icona antimafia chiamata a testimoniare l’impegno prossimo venturo dell’appena insediato Presidenza della Regione, non solo non è stata consensuale, ma adesso cominciano a volare piatti e bicchieri.
Durante l’audizione davanti alla commissione parlamentare nazionale competente sui rifiuti, avvenuta il 23 febbraio scorso, ma pubblicata solo oggi, il magistrato è stato durissimo, dipingendo Crocetta come il capo di una Armata Brancaleone allo sbando: ” I controlli dell’Arpa (Agenzia regionale per l’Ambiente) in Sicilia venivano fatti da un funzionario, “una persona per bene delle Istituzioni, ma che aveva avuto due ictus”. (Oggi Marino ha chiarito che c’è un errore nella trascrizione del verbale e non si riferiva all’ARPA, ma a un’altra istituzione che non menzioniamo, per il rispetto umano che si deve a chiunque sia in difficoltà psicofisica n.d.r.)
“Quando lo conobbi – dice l’ex pm – chiamai Crocetta e gli dissi allarmato: ‘Rosario la giunta ride’. Mi rispose che la moglie era brava, e che dovevamo contattare lei per farlo ragionare. Non voglio segretare perché l’ho anche scritto”.
“Questa è la Regione siciliana – rincara la dose – ed è una delle tantissime cose che dovevamo fronteggiare. L’ho detto anche al referente in Sicilia di Renzi, l’onorevole Faraone, poco prima di andare via: ‘se gli lasciate ancora nelle mani la Sicilia, finirà per distruggerla’.
E tanto per non lasciare dubbi sulla consapevolezza delle sue parole, al componente della Commissione che gli chiedeva se si rendesse conto della gravità delle sue affermazioni aveva risposto: “Io sono andato via per questo” – aggiungendo – “Nel settore dei rifiuti la migliore squadra avrebbe avuto grandi difficoltà a riprendere in mano questa situazione. Nel momento in cui la gestione diventa approssimativa diventa impossibile recuperare”.
Non è dato sapere se durante l’audizione Marino abbia accennato alla gestione delle discariche in mano ai privati, che è stata la vera origine del suo scontro con Crocetta e con la Confindustria di Montante e Catanzaro, ma è certo che qualche dichiarazione l’avrà fatta in sede giudiziaria, per cui la vicenda è tutt’altro che chiusa.
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