“Le solite notti” di Elvira Morena: presentazione in piazzetta Bagnasco
In piazzetta Bagnasco, martedì 29 settembre, “Le solite notti” di Elvira Morena. Un romanzo che vede la giovane Flora, tra la dura realtà e il sogno di Audrey Hepburn.
S’intitola “Le solite notti” (Marlin editore) il libro di Elvira Morena, alla II edizione a due mesi dall’uscita, che verrà presentato alle 18 di martedì 29 settembre in piazzetta Bagnasco da Mondadori Point in collaborazione con l’associazione “Piazzetta Bagnasco” e la Biblioteca delle Donne e Centro di consulenza legale UDIPALERMO Onlus.
A introdurre la presentazione saranno Giovanni Montesanto (Mondadori Point) e il presidente dell’associazione “Piazzetta Bagnasco”, Donato Di Donna. Dopo una breve presentazione di Marlin editore a cura di Marco Olivieri, addetto stampa della casa editrice, insieme all’autrice interverranno la professoressa Daniela Dioguardi e la dottoressa Ketty Giannilivigni (UdiPalermo Onlus). Coordina l’incontro la giornalista Gioia Sgarlata.
Dotata di uno stile e di un linguaggio personali, con una penna ricca di ritmo e vivacità espressiva, la scrittrice trasporta con spirito realistico il lettore in un sordido ambiente, ma sa anche donargli pagine che incantano, che fanno meditare e trovare la luce in fondo a un tunnel doloroso e ricco d’ostacoli. Elvira Morena alterna il realismo e la poesia, creando un personaggio autentico, ricco di contraddizioni, vitale e dolorosamente solo: il personaggio di Flora, al centro del romanzo “Le solite notti”, tra salvezza e perdizione.
“Le solite notti nasce dalla voglia di viaggiare nell’animo femminile . Nasce dalla curiosità di testare mondi a me sconosciuti, di riuscire a descriverli, seguendo il mio stile narrativo. Flora, la protagonista del mio ultimo romanzo, è stata una mia sfida. Ma Flora è solo un pretesto. Attraverso la sua storia ho voluto soffermarmi sul potere: su chi “lo gestisce e mai lo subisce”. Su quanto sia schiacciante e, nello stesso tempo, effimero, questo potere. A dispetto di ciò che si è indotti a credere, il potere è solitudine” ha detto l’autrice.
Tra le pieghe della storia, affiora una certa delicatezza. Di rilievo il rapporto immaginifico che il personaggio principale intrattiene con una figura cinematografica, Audrey Hepburn, e la ricchezza delle sfumature. Morena spazia dalla realtà più cruda all’immaginazione più fervida. La sua scrittura naviga tra le favole dell’infanzia ed è ricca di simbolismi, di metafore che mettono in risalto come la realtà sociale e le condizioni di vita possano essere umilianti e schiaccianti, come accade alla giovane del romanzo.
La storia
Flora è una ragazza meridionale che, perduti i genitori, emigra al Nord, in una città che ricorda vagamente Bologna. Con l’aiuto di Peppe, unico amico, lavora come commessa in un negozio periferico. Ma, non sapendo arginare rapine e piccole truffe, viene sbattuta fuori dalla titolare della rivendita e si ritrova ancor più disperata e sola. Allora affida la sua sopravvivenza nelle mani di Peppe, che a sua volta ha affidato la sua nelle mani di Rosario, il potente boss locale, dedito allo spaccio di droga e allo sfruttamento della prostituzione. Flora accetta ogni compromesso ed entra a far parte del gruppo di prostitute in servizio in una precisa area della periferia: Pineta Grande. La lunga catena di disperati si allunga quando Flora s’innamora di Marco, il giornalista delle ronde notturne, a caccia di mondi sommersi perché affamato di scoop. La delusione colpisce Flora e le offusca l’ultima casella destinata ai sogni. Forse solo allora apre davvero gli occhi e le si palesa davanti la precarietà di una vita consumata sulla strada, in incontri occasionali e con uomini anonimi. Nel frattempo, la donna rischia la galera, sopravvive a un lungo interrogatorio della polizia e scaccia con disprezzo Peppe che, invece, nutre da tempo una sotterranea passione per lei. Ma il boss Rosario decide di averla tutta per sé. Riuscirà a salvarsi?