La variante Delta avanza in Sicilia, positivi in 10 atterrati a Palermo
In aumento ovunque i contagi da Coronavirus, in particolare della temuta variante Delta che sta ormai sostituendo il ceppo originario.
Dopo i 15 nuovi casi di positività da variante Delta scovati a Palermo la scorsa settimana in arrivo da Spagna e Portogallo, un altro gruppo di positivi è stato identificato grazie ai tamponi in aeroporto.
Ne sono stati individuati altri dieci, come scrive il GdS, si tratta nuovamente di giovani rientrati dalla Spagna, quasi tutti con un Valencia-Punta Raisi, “trovati positivi in aeroporto”. Il commissario per l’emergenza Covid di Palermo, Renato Costa assicura che sono “in isolamento domiciliare con tracciamento completato al 100% fino all’ultimo contatto”.
Il bilancio delle persone risultate contagiate dal ceppo indiano del Coronavirus nell’Agrigentino e nel Palermitano sale così a una sessantina di casi.
Ma il dato, come prevede Costa, “è destinato ad aumentare, perché stiamo riscontrando la mutazione Delta nella maggior parte dei sequenziamenti che effettuiamo sui passeggeri risultati infetti all’arrivo dal Paese iberico”.
Trovati positivi anche due studenti al ritorno da una vacanza scolastica sulle Baleari e si è in attesa di accertare se anche in questo caso si tratti di variante Delta.
Si tratta di due ragazzi di Cefalù tornati da una gita organizzata dal Liceo Classico Mandralisca. Sono attualmente in quarantena domiciliare come le altre 26 persone che hanno partecipato al tour, tra i quali il preside dell’istituto, e che attendono ora il tampone.
Terza dose si o no?
Intanto la BioNtech e Pfizer hanno sviluppato un vaccino anti Covid-19 adeguato per la variante Delta e vogliono verificarne presto l’efficacia. È quello che hanno reso noto i produttori e la casa farmaceutica ha intenzione di iniziare la sperimentazione ad agosto.
Il vaccino basato su Rna messaggero (mRna) è stato adeguato e si è utilizzata l’intera proteina Spike con le mutazioni della variante Delta.
Si parla tanto anche di terza dose, soprattutto per i sanitari che hanno ricevuto il vaccino a gennaio e che temono che la copertura vaccinale si stia avvicinando alla scadenza. Ma Ema, Fda frenano: è troppo presto per dire con certezza che gli anticorpi sviluppati con la malattia o in seguito alla somministrazione dell’immunizzante e la memoria immunitaria a livello cellulare scompaiano dopo solo un anno.
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