La Sicilia invoca il “giallo” mentre Musumeci sceglie la prudenza
La curva dei contagi scende nell’Isola, scende anche il numero dei ricoveri e i guariti di ieri sono 1.600, ma i decessi restano ancora alti.
Con questi numeri le categorie produttive fanno pressing sul presidente Musumeci che ha invece sposato la linea delle prudenza e martedì in conferenza stampa ha ribadito che per passare alla zona rossa era necessario dimezzare i contagi che ieri erano comunque ancora circa 700.
Sposa la linea delle prudenza anche Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia: “E’ preferibile cambiare colore ma ciò deve avvenire solo quando ci saranno condizioni ragionevoli e la certezza che poi non si debba più tornare indietro”.
Imprenditori e negozianti chiedono di riaprire subito
Imprese, commercianti, ristoratori e sindacati insistono per passare in zona gialla magari già da sabato prossimo per non perdere la festa di San Valentino e i giorni cruciali del Carnevale. Una scelta delicata perchè le due feste sarebbero occasione di incontri e assembramenti con il rischio concreto di far impennare nuovamente i contagi.
Anche il vicepresidente vicario di Sicindustria, Alessandro Albanese si appella al governatore della Sicilia disegnando uno scenario catastrofico con quasi ventimila imprese siciliane che l’anno scorso hanno chiuso i battenti a causa della crisi.
Gianluca Manenti, presidente vicario di Confcommercio Sicilia a nome dei negozianti chiede di aprire tutte le attività punendo chi non rispetta le regole: “È ora che il Governo siciliano cambi marcia – dice -. Chiediamo di potere aprire le nostre attività senza discriminazione di settore merceologico”.
Spinge per la zona gialla anche Pino Pace, presidente di Unioncamere Sicilia: “Rinnoviamo l’appello al presidente Musumeci, affinché si faccia portavoce con il futuro governo nazionale di erogare con celerità i ristori relativi alla zona rossa che abbiamo patito”.
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