Un sequesttro di beni del valore di oltre 4,3 milioni di euro. E’ quello che ha compiuto la Guardia di Finanza di Palermo nei confronti di un imprenditore agricolo che due anni fa era stato arrestato con l’accusa di associazione mafiosa e poi era stato condannato a dieci anni di carcere.Il sequestro è avvenuto in esecuzione di un provvedimento emesso ai sensi del Codice delle leggi antimafia, dal Tribunale di Agrigento Sezione Misure di Prevenzione – su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo siciliano. I beni consistono in terreni, appartamenti, fabbricati rurali e varie disponibilità finanziarie.
L’imprenditore è’ stato condannato per aver fatto parte, in concorso con boss del calibro di Giovanni Brusca, Leoluca Bagarella, Michele Traina ed altri, dell’associazione mafiosa Cosa Nostra e segnatamente della cosca agrigentina di Casteltermini (Agrigento). Un’appartenenza riscontrata anche nelle dichiarazioni di importanti collaboratori di giustizia, secondo i quali l’imprenditore avrebbe favorito la latitanza di diversi boss di Cosa nostra, come Salvatore Fragapane, Giuseppe Cammarata di Riesi e Raimondo La Mattina di Campofranco.
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