Kobena, Consulta delle Culture, lancia un appello al prossimo governo
OIbrahima Kobena. Un appello alla società intera per scongiurare che la crisi del fenomeno delle migrazioni e il salvataggio dei naufragi nel Mediterraneo distruggano il tessuto sociale costituito da sempre grazie a delle politiche di integrazione e di inclusione sociale.
Kobena, presidente della Consulta delle Culture di Palermo: “La coesione sociale di questo Paese cresce anche grazie al contributo degli stranieri”
Lo lancia Ibrahima Kobena, presidente della Consulta delle Culture di Palermo, raccogliendo le tante istanze, provenienti in maniera anche abbastanza preoccupata per quanto sta accadendo in questi giorni dai cittadini stranieri che risiedono sul territorio.
«La vita degli stranieri in questi 14 mesi di vita del governo è sensibilmente peggiorata – afferma il presidente Kobena – a causa del Decreto Sicurezza che non ha risparmiato conseguenze anche molto gravi. Parliamo di misure contro l’integrazione, che violano non solo i principi costituzionali ma anche i diritti di tanti cittadini stranieri. Oggi, a causa della politica di denigrazione adottata dal governo, sembra che i migranti siano diventati la causa di ogni problema.”
“Nonostante tutto, crediamo che non tutti i cittadini italiani la vedano come l’attuale governo in crisi. Chi sa leggere bene quello che accade, infatti, si accorge che tanti cittadini stranieri contribuiscono allo sviluppo di questo Paese facendo anche lavori umili, dalle badanti alle colf agli operai e non solo. Eppure ci sentiamo osservati, criticati e giudicati, a volte discriminati dalla società a causa delle nostre origini diverse, generando un clima di diffidenza tra i poveri».
Quello che si augura la Consulta è che il nuovo governo possa istituire un Ministero dell’Integrazione indipendente in grado di occuparsi della ricostruzione dei valori umani e del processo di integrazione e inclusione sociale.
«Vogliamo contribuire tutti insieme a sviluppare l’Italia attivando delle reti internazionali con le quali confrontarci. Siamo per un Paese unito – conclude – per la coesione sociale, per la pace. Le stesse cose a cui tengono i cittadini italiani».