“Il motivo per il quale l’Università di Catania è oggi presente nella città di Ragusa è legato alla necessità di evitare che le nostre intelligenze si vedano costrette ad andare via dalla Sicilia per mancanza di opportunità. L’Ateneo ha anche il compito di dover indicare delle linee occupazionali per i propri laureati e ha scelto, non a caso, di cominciare dal territorio ibleo che rappresenta un modello di economia virtuoso”. E’ stato il rettore Francesco Basile ad esprimere una delle ragioni più rilevanti che hanno spinto l’Università catanese ad organizzare per la prima volta la manifestazione “Job Ragusa 2017”, che si è tenuta questa mattina all’Istituto tecnico Rosario Gagliardi, su iniziativa del Centro orientamento e formazione in collaborazione con il Comune di Ragusa, il Libero Consorzio Comunale (già Provincia regionale di Ragusa), l’Agenzia nazionale Politiche attive Lavoro (Anpal), la Camera di Commercio e l’Istituto tecnico.
“Se riusciamo a stringere relazioni sempre più forti con le aziende del territorio – ha aggiunto il rettore Basile -, contribuiremo a far sì che tanti nostri laureati possano passare dalla condizione di stagisti a quella di lavoratori. Un risultato positivo in questa direzione, a sua volta, incentiverà i giovani ad immatricolarsi nel nostro Ateneo e quindi aumenteranno le iscrizioni, adattando se necessario la nostra formazione di secondo livello alle esigenze delle imprese e migliorando la comunicazione su queste opportunità per i nostri studenti”.
E l’opportunità è stata colta innanzitutto da una cinquantina di imprese locali che hanno voluto prendere parte attivamente a questa riuscita iniziativa di ‘placement’ promossa dal Cof, richiamando un centinaio tra studenti e neolaureati che hanno potuto sostenere colloqui di selezione con le aziende, nella seconda parte della giornata e intervenire a workshop sul coaching, sulla comunicazione efficace, sull’utilizzo dei social media per migliorare il percorso lavorativo, sul self branding e sui finanziamenti all’imprenditoria e il microcredito. Numeri incoraggianti, per questa prima edizione del salone, che fanno ben sperare nell’inizio di un dialogo proficuo tra l’Ateneo e le energie più attive della provincia iblea, come hanno sottolineato a più riprese il presidente del Cof Nunzio Crimi, il sindaco di Ragusa Federico Piccitto, il capo di gabinetto del Libero consorzio comunale Gianni Molè e la dirigente scolastica Nunziata Barone.
“Mettiamo al centro della nostra attenzione i giovani che studiano e si impegnano – ha aggiunto il responsabile Macroarea territoriale sicula di Anpal Giuseppe Timpanaro.– ai quali dobbiamo essere in grado di dare le competenze che servono davvero e di cui a volte neanche le aziende sanno di aver bisogno. Possiamo farlo lavorando con coscienza e non solo per adempiere a ciò che viene richiesto dal quadro normativo: gli strumenti oggi ci sono tutti, con le regole sull’alternanza scuola lavoro, sull’apprendistato, sul praticantato. Per questo, lavorare in condivisione e confrontarsi è fondamentale se si vogliono raggiungere obiettivi concreti e non soltanto ‘fare burocrazia’”.
E il terreno per questo incontro tra Catania e Ragusa è quanto mai fertile. Da una parte, il direttore del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università, lo storico modicano Giuseppe Barone, ha sottolineato come “l’area iblea esprima il meglio del dinamismo economico dell’intera regione. E’ un modello economico molto simile a quello del nord est: ci sono primati straordinari come quello della pietra di Comiso, del cioccolato di Modica, dell’alluminio”. Il sistema delle pmi, però, va supportato attraverso azioni legate alla ricerca e all’innovazione, e una governance più definita dei rapporti, anche in vista dell’internazionalizzazione.
Dall’altra parte, come hanno illustrato la delegata alla Didattica Bianca Maria Lombardo e la delegata alla Ricerca Alessandra Gentile, l’Ateneo può mettere a disposizione un’offerta didattica attraente ed efficace, che dev’essere necessariamente sempre più attenta agli sbocchi occupazionali degli studenti, e alcune facilities per le aziende che intendono fare ricerca e innovazione, quale il Brit, il polo tecnologico, l’azienda agricola sperimentale e i Poli museali.
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