L’Istituto Pio IX di Catania, centro di accoglienza per i minori allontanati dalle proprie famiglie, previo provvedimento giudiziario, rischia la chiusura.
La struttura, gestita dalle suore figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli e sovvenzionata dal Comune di Catania, verte da circa un anno in condizioni finanziarie disastrose causa i continui ritardi nei pagamenti dovuti proprio a determinate questione burocratiche sorte durante il periodo della pandemia. Per questo motivo, rischierebbe di cessare definitivamente l’attività.
Ciò influirebbe sulla condizione lavorativa degli educatori, che si ritroverebbero senza un’occupazione, e getterebbe anche nello sconforto i minori ospitati.
Diversi gli appelli lanciati al sindaco Salvatore Pogliese, da ex ragazzi che hanno vissuto in quel luogo, che per anni ha rappresentato per loro un centro educativo e formativo: una vera e propria realtà che ha permesso loro di crescere e maturare soprattutto dal punto di vista umano.
“Sono Sergio, ho 20 anni e vivo a Livorno – scrive uno dei tanti giovani -. Oggi da casa mi è arrivata questa notizia, a tutti arrivano le brutte notizie ma questa non riguarda più me, bensì i miei fratelli più piccoli che adesso vivono lì. Sono arrivato all’età di cinque anni e sono stato cresciuto non come un oggetto, ma come un figlio e mi hanno trasmesso una parte di loro. Quella che stanno per chiudere è casa mia, qualcosa di me, qualcosa che appartiene ai ragazzi che passano di là”.
A questo si aggiunge anche il grido di aiuto di un altro ex classe ’96, Buffardeci Salvatore, che scrive: “Mi chiamo Buffardeci Salvatore, nato a Catania nel 1996. Dopo i primi anni di infanzia, per problemi in famiglia ed economici io e mio fratello siamo stati accolti all’ Istituto Pio IX. Siamo entrati: poveri, sporchi ma soprattutto ignoranti. Accolti tra le braccia delle Suore e dagli operatori impiegati siamo stati cresciuti come dei figli, senza nessuna mancanza. Dieci anni dopo, quel bambino ingenuo di 9 anni, che stava per essere bocciato in terza elementare, con l’istruzione e l’educazione degli Educatori riesce a diplomarsi all’Istituto Tecnico Aeronautico A. Ferrarin”.
“Tre anni più tardi – prosegue il giovane – questa seconda famiglia mi ha fatto risorgere ancora una volta. Si risorgere, perché se cresci li difficilmente vieni abbandonato. Adesso vivo e lavoro a Malta, mi occupo di Business Aviation (come dice la Sig.ra Antonella: Faccio volare i VIP). Anche mio fratello, sempre grazie all’aiuto e al sostegno delle Suore, lavora e vive a Livorno”.
“Voglio condividere la mia storia con lei – conclude Salvatore -, perché capisca l’importanza di questa istituzione per la società di Catania e per l’innocenza di tanti bambini che sono costretti a vivere in ambienti difficili. Lei e solo lei può essere lo strumento per evitare la chiusura dell’Istituto Pio IX, quell’industria di vita e di speranza. Cordiali Saluti Buffardeci Salvatore”.
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