Intervento straordinario discarica Mazzarrà approvata dalla giunta Musumeci
Intervento straordinario discarica Mazzarrà. Si è conclusa la prima seduta della Giunta di governo della Regione Siciliana, presieduta da Nello Musumeci e aggiornata alla mattinata odierna.
Il Governo ha deliberato, a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, un intervento straordinario nella discarica di Mazzarrà Sant‘Andrea, volto alla rimozione del percolato che si è nuovamente formato.
Intervento straordinario discarica Mazzarrà: disamina delle criticità
Nell’ambito della esposizione dell’atto deliberativo il presidente della Regione ha invitato a partecipare alla riunione della Giunta il dirigente generale dell’Assessorato all’Energia, Gaetano Valastro, al quale, su proposta dell’assessore regionale Vincenzo Figuccia, ha chiesto un approfondimento relativo alla complessità degli interventi che l’amministrazione ha eseguito e su quelli che intenderà promuovere per il sito. A tal fine l’assessore regionale all’Energia convocherà la prossima settimana un tavolo di lavoro con tutti i soggetti interessati.
L’esecutivo, alla presenza del Regioniere generale Giovanni Bologona, ha poi iniziato ad approfondire i temi relativi alla drammatica situazione economica della Regione.
Il Governo, che proseguirà nella disamina di tutte le criticità di ordine economico, ha manifestato, su concorde proposta del presidente della Regione e dell’assessore all’Economia, Gaetano Armao, la volontà di procedere ad una due diligence dei conti pubblici regionali, finalizzata a presentare ai siciliani l’odierna fotografia del bilancio dell’Ente.
Le prime mosse della nuova Giunta
Tra le prime mosse del governo c’è la decisione di autorizzare il presidente a presentare ricorso innanzi la Corte Costituzionale a seguito dell’impugnazione della legge che ha reintrodotto la elezione diretta dei vertici delle ex Province e, quindi, per tutelare la potestà statutaria della Sicilia in materia di ordinamento degli Enti locali e per difendere il diritto dei cittadini ad eleggere i propri rappresentanti, anche a seguito del voto popolare sul referendum costituzionale dello scorso dicembre e, quindi, nel solco dei principi di democrazia diretta fatti propri dall’Unione Europea.