Infrastrutture per lo sviluppo della Sicilia, convegno a Palermo
PALERMO (Italpress) – E’ stato un momento di approfondimento, ma anche di confronto, Infrastrutture per lo sviluppo della Sicilia, il convegno tenutosi ieri pomeriggio a Palermo, negli spazi di Confindustria Sicilia. “Parliamo di infrastrutturazione importanti e portanti, a partire da quella della Fiera del Mediterraneo, che deve essere un volano per questa città, in termini di trasformazione e riformulazione dell’offerta turistica a livello locale e non solo. Palermo sta vivendo una stagione felice di presenze turistiche, ma non basta. La città deve essere responsiva”. Le parole del primo cittadino Roberto Lagalla hanno dato il via a un appuntamento dedito alle prospettive di sviluppo delle filiere connesse alla logistica per il rilancio dell’economia siciliana. Una riflessione dal taglio non unicamente economico che guarda al futuro della Sicilia, e alla quale ha preso parte (tra gli altri) anche il Presidente di Confindustria Puglia, Sergio Fontana. “Noi gente del Sud dobbiamo spendere le enormi risorse che abbiamo a disposizione, spenderle entro il 2026 e soprattutto spenderle bene in modo da poter competere ad armi pari con il resto d’Italia”.
Nella Sala Terrasi di Confindustria più volte è stata sottolineata l’importanza dei fondi Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, di quanto la politica possa fare tutti gli sforzi che vuole, ma che senza una strategia reale e unitaria è difficile poter sperare in risultati adeguati all’attuale scenario; scenario rimarcato dall’assessore regionale Alessandro Aricò e dal Presidente Confindustria Sicilia Alessandro Albanese, e ben descritto infine dall’onorevole Raffaele Fitto, Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e per il PNRR: “Oggi abbiamo bisogno di pochi grandi obiettivi da realizzare, obbiettivi che possano cambiare la prospettiva di un territorio. Si tratta di fare scelte con lungimiranza. Non si possono distribuire le risorse a pioggia, serve responsabilità da condividere con il sistema datoriale. Ci aspettano mesi intensi di confronto con la Commissione europea, dobbiamo affrontare la scelte sul tema di sviluppo e coesione. Ogni tanto il dibattito politico regala gioielli, in questa Next Generation abbiamo il dovere di dire la verità”.
“L’Italia beneficia di questi soldi perchè siamo il paese cresciuto meno rispetto agli altri, il Paese che registra i livelli più bassi di occupazione. Stiamo gravando sulle generazioni future. Abbiamo la necessità di costruire un sistema di interventi adeguati. Dobbiamo investire responsabilmente, ragionare guardando alle esperienze economiche degli altri paesi” continua Fitto. “E’ opportuno fare verifiche e confronti a livello europeo, evitare meccanismi che non funzionano. Dobbiamo coordinare tutte le misure in un’unica direzione, sostenere scelte utili a cambiare un meccanismo che è culturale, ancor prima che di carattere economico. O noi continuiamo con la logica dell’assitenzialismo o mettiamo in campo un sistema che possa liberare energie utili a portare sviluppo. Il Sud Italia è pieno di splendide energie, da un punto di vista di risorse umane e di risorse naturali. La sfida è proprio questa” ha concluso.
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