INAIL, lavori tutti i giorni al computer e ti risarcisce: ti basta portare questo foglio e la cifra si aggiunge al tuo stipendio subito
Se lavori al computer tutti i giorni, puoi avere un risarcimento dall’INAIL. Sappi che in Italia è già successa una cosa simile.
Occorre ammettere che siamo ormai veramente dipendenti dal lavoro, soprattutto se si opera al computer e in smartworking. Ma questo nuovo modo di lavorare ha acceso la luce su una problematica non di poco conto, ovvero il riflesso che questo ha sulla salute dei dipendenti.
Troppo spesso si tende a sottovaluta l’impatto che le attività ripetitive hanno sia sul nostro corpo che sulla nostra mente. Ore e ore al giorno, a compiere sempre gli stessi movimenti. Questi possono essere causa di importanti patologie su cui occorre poi intervenire.
Come in molti sapranno l’INAIL è l’ente che offre tutela ai lavoratori e in caso di infortuni o malattie professionali si vedono riconoscere dei risarcimenti.
Nello svolgimento del proprio lavoro l’INAIL si trova ad affrontare delle situazione che possono apparire insolite, ma in cui il lavoro può essere determinante. Ecco allora cosa ci dice la normativa a riguardo.
Quando il lavoro sedentario nasconde rischi per la salute
Proprio di recente, in Italia, si è deciso di prestare attenzione a quelle che sono le professioni estremamente sedentarie e le loro insidie. Qualcuno crede che lavorare in ufficio non sia stancante, invece lo è molto più di quello che si crede. Lavorare in ufficio o da remoto, ma comunque molte ore al PC può portare notevoli rischi per la salute. Le azioni ripetitive, esattamente come le posture scorrette possono portare a condizioni fisiche letteralmente debilitanti.
Una condizione che non riguarda solo i lavori manuali, ovvero, quelli svolti in ambienti pericolosi, ma anche chi passa molte ore di fronte a uno schermo. In particolare, rimane quasi immobile per molto tempo porta dolori ai muscoli, tensioni al collo, problemi alla schiena e disturbi agli arti superiori. In un primo momento si potrebbero sottovalutare questi fastidi, ma se ignorati si rischia che essi diventino condizioni croniche che influiscono sia sulla qualità della vita che sulla capacità lavorativa.
Una causa vinta: riconosciuta una tecnopatia professionale
Uno dei casi che hanno portato alla luce tale aspetto riguarda un lavoratore bancario che per una vita intera è stato al computer per 8 o 9 ore al giorno. Il suo era un lavoro che lo portava a una continua ripetitività nei movimenti, soprattutto a carico della mano dominate, questo avrebbe fatto in modo che si sviluppasse una patologia all’avambraccio destro. La chiamano “tecnopatia“, che si manifesta con dolori persistenti e una progressiva ma inesorabile compromissione dell’utilizzo della mano. L’iter giudiziario è stato lungo e non semplice, ma è stato decretato che le condizioni del lavoratore fossero direttamente collegate alla sua attività professionale. Gli è stato riconosciuto il 15% di inabilità e quindi l’INAIL ha dovuto procedere con il risarcimento.
La problematica era stata causata dall’utilizzo eccessivo del mouse, molte persone lo utilizzano come uno strumento indispensabile e farne a meno non sarebbe possibile. Ma il suo utilizzo intensivo e la postura scorretta sono causa di microtraumi ai muscoli e ai tendini dell’avambraccio. Una condizione che porta ad avere, non solo limitazioni, ma anche dolori cronici.