Migliora a Palermo la situazione alla Fiera per chi attende di accedere alla somministrazione del vaccino antiCovid. Ieri non si sono registrate le lunghe code dei giorni precedenti che avevano scatenato polemiche e indignazione da parte di politici e cittadini.
A Palermo e (ma anche a Messina) sono stati istallati una serie di gazebo per offrire riparo dalla pioggia e dal freddo, ma i soggetti “fragili” vengono accolti all’interno del padiglione 20 dove possono ripararsi e sedersi.
Ma l’assessore alla Salute Razza sottolinea che la responsabilità non è da addebitare unicamente ad una scarsa organizzazione “è dipeso anche dal fatto che molta gente si è messa in fila pur non rientrando nel target degli aventi diritto contribuendo a creare affollamento e caos”.
“La Regione non somministrerà vaccino a nessuno che non sia prenotato” precisa l’assessore alla Salute, Ruggero Razza, una decisione presa per cercare di risolvere il problema delle lunghe attese.
“Ci sono state persone che non hanno rispettato l’orario della prenotazione. C’è poi chi si è messo in coda sperando di poter ricevere le dosi di vaccino a cui altri avrebbero rinunciato. Tutto ciò ha causato le lunghe attese” ha precisato Razza.
In Sicilia si andrà avanti con i vaccini limitati agli over 80, alla fascia dei settantenni e alle categorie fragili, nessuna deroga in questa fase, considerando anche le scorte in dotazione al momento.
Sul fronte della consegna dei vaccini Razza ieri ha fatto sapere che da qui a fine aprile arriveranno 192.500 fiale di AstraZeneca, 36.500 di Moderna e 439.920 di Pfizer. Un totale di 668 mila dosi che sono manna dal cielo in questa fase e che verranno assegnate anche ai medici di famiglia.
Intanto si attende che anche i medici di famiglia possano iniziare a somministrare i vaccini, non prima che arrivino le dosi destinate a loro. Mario La Rocca, direttore del dipartimento Pianificazione strategica dell’assessorato regionale alla Sanità ieri è stato alla Fiera: “La circolare sulla pianificazione dell’attività dei medici sarà pubblicata oggi. Comunque i medici di famiglia, se vogliono, intanto possono già venire nei centri vaccinali pubblici a dare una mano, come stanno facendo i medici ospedalieri che stanno dando un contributo fondamentale”.
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